di Elio Clero Bertoldi

PERSuGIA - Questa tela di Tiziano (1490-1576) nasconde un mistero. La donna - secondo i critici - rappresenta Millia, domestica dell’artista ed Emilia la figlia illegittima. 
Il pittore era stato sposato, ma la morte della amata consorte (Cecilia, deceduta nel 1531, dopo 6 anni di matrimonio e tre figli: Pomponio, Orazio, Lavinia) lo aveva lasciato solo. E Millia, bella e con i capelli color rame, era diventata la sua passione segreta. 
Un personaggio del calibro di Tiziano, ritrattista ufficiale dell’imperatore e Conte palatino, non poteva rendere pubblico il suo amore con una serva e tantomeno sposarla. Però le mura domestiche difesero la storia intima e felice del pittore, dell’amante e della bimba nata dal rapporto.
Quando, alla morte dell’artista, il figlio Pomponio ritrovò la tela incompiuta, la fece ritoccare per trasformare Millia nell’Arcangelo Raffaele e la bambina in Tobiolo. In questo modo l’erede legittimo riteneva di aver difeso l’immagine paterna ed al tempo stesso (e soprattutto) eliminato pericolosi competitori per l’eredità.
L’opera, ritoccata da uno degli allievi di Tiziano, Leonardo Corona, venne messa sul mercato con il titolo “Tobiolo e l’Angelo” e fu venduta nel 1581 a Cristoforo Barbarigo di Venezia prima e, secoli dopo, nel 1859, arrivò allo zar Nicola I di Russia. Infine, nel Novecento, alla famiglia Tyszkiewicz e ad un gallerista francese (morto in un lager nazista) ed ai suoi figli.
Solo una ventina di anni fa, studiando la tela con tecniche sofisticate, si è scoperta l’immagine originale e la vicenda familiare di Tiziano è diventata pubblica.
L’opera è esposta al Rubenshuis di Anversa.

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