FOLIGNO - “Le polemiche apparse recentemente sui principali quotidiani locali non aiutano le imprese locali, né l’amministrazione comunale e tanto meno le stesse associazioni di categoria. Noi tutti – afferma Leonardo Santarelli, presidente della CNA di Foligno – chiamati a svolgere pro tempore un ruolo di rappresentanza all’interno della nostra associazione, dobbiamo avere un grande rispetto, innanzitutto dei nostri associati e poi degli interlocutori istituzionali, anche se le nostre opinioni divergono.
La nostra legittima attività di lobbyng a tutela delle imprese che rappresentiamo, va svolta tenendo conto degli interessi generali. Sull’argomento specifico dell’aumento della TIA comunale – continua Santarelli - dobbiamo dire che esso era stato preannunciato dall’amministrazione comunale in sede di concertazione del bilancio preventivo 2011 alcuni mesi fa.
D’altra parte non possiamo nascondere che lo scenario che abbiamo davanti non è dei più rosei, specialmente per l’ impresa diffusa. All’interno di una crisi economica che non accenna a finire, la piccola impresa è ormai costretta a sopportare una tassazione vicina al 70 % del proprio reddito. Livello non più accettabile – continua il presidente della CNA di Foligno – soprattutto in un momento in cui l’autoimpiego sembra essere l’unica modalità per entrare o restare nel mondo del lavoro.
In questo quadro siamo tutti coscienti del fatto che per avviare una sensibile riduzione della pressione fiscale è innanzitutto necessario operare verso una riduzione e/o ottimizzazione della spesa pubblica. Per evitare che la minor spesa abbia effetti sociali devastanti e dunque non sopportabili, è necessario definire percorsi condivisi tra amministrazioni, imprese e cittadini che vanno realizzati gradualmente.
In questo quadro – conclude Leonardo Santarelli – oggi più che mai è necessario fare sistema al fine di operare scelte politiche anche dolorose. La CNA in questa logica è pronta a lavorare in stretta relazione con tutte le altre associazioni di categoria, con l’amministrazione comunale nell’interesse dell’imprese nei vari territori. Se il confronto invece assume toni polemici con personalismi che non tengono conto dell’interesse generale, allora non ci riguarda. Né tantomeno ci interessano forzature e strumentalizzazioni che poco o nulla hanno a che fare con una corretta rappresentanza. La riduzione della pressione fiscale, a nostro avviso, dovrà cominciare partendo innanzitutto dal lavoro dipendente, specialmente nell’impresa privata, e dal reddito d’impresa. Non è più accettabile infatti che chi lavora e vive del proprio lavoro non riesca ad arrivare dignitosamente alla fine del mese mentre c’è chi può vivere da privilegiato grazie a rendite sottoposte a tassazioni minimali. ”
 

Condividi