“È assolutamente necessario che il Governo italiano eserciti un ruolo attivo e sia vigile nella delicata fase della gestione del passaggio della proprietà delle Acciaierie di Terni in quanto in gioco non c’è solo il destino di una fabbrica, bensì quello di tutta l’industria siderurgica italiana”. È quanto ha affermato la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, intervenendo ai lavori del convegno in corso a Terni sul tema del futuro dell’industria dell’acciaio, organizzato dai sindacati.

 

   “I prossimi sei mesi (termine entro il quale dovrà essere definita la vendita dell’Ast) saranno dunque fondamentali – ha detto la presidente - e per questo chiederemo al Governo che, anche attraverso il tavolo nazionale, eserciti una funzione di costante monitoraggio affinché la Commissione Europea assuma decisioni di concerto con lo stesso Governo italiano, che puntino a salvaguardare sia l’integrità del sito industriale di Terni, ma anche gli interessi generali dell’economia italiana che hanno nell’industria siderurgica di cui Terni rappresenta una eccellenza, un punto irrinunciabile”.

 

   La presenza di un’industria siderurgica nazionale per la produzione di acciai speciali “non può quindi – ha proseguito la presidente - essere lasciata alle sole dinamiche delle relazioni commerciali tra operatori di mercato rispetto ad una transazione come quella che Outokumpu dovrebbe realizzare per la cessione del sito integrato di  Terni disposta dall’Antitrust europeo”. Anzi, la Commissione Europea ed il Governo italiano devono operare affinché quale che sia la soluzione del passaggio della proprietà, questa deve offrire garanzie certe sul fatto che “il sito siderurgico ternano e le imprese ivi operanti permangano nel contesto dell’operatività di un ‘player globale’ e leader nell’industria siderurgica in grado a sua volta di garantire non solo l’integrità del sito, ma anche adeguate prospettive di mercato alle acciaierie, preservandone capacità produttiva e occupazione”. 
   “Il tema su cui vigileremo – ha aggiunto la presidente -  e ci riteniamo mobilitati è quello di una cessione che comprenda tutto il perimetro degli impianti ternani, compreso il Tubificio di Terni che insieme alla Società delle Fucine rappresentano le necessarie appendici produttive dell’impianto siderurgico”.

 

   La presidente ha anche voluto mettere in guardia circa la necessità di “non consentire che si giochi una  partita in cui il prezzo sia l’unica determinante, o in cui il venditore giochi solo per ricercare il miglior offerente per ottenere magari significative plusvalenze”.
Un altro rischio paventato dalla presidente Marini, se la Commissione Europea non eserciterà un ruolo di garanzia degli interessi del mercato europeo e di un suo equilibrio in ambito continentale, è quello di “uno spostamento dell’asse produttivo di un settore strategico come quello degli acciai speciali e dei prodotti laminati piani esclusivamente sui Paesi del Nord dell’Unione, indebolendo in questo modo il nostro sistema produttivo ed il potenziale di sviluppo del settore e del settore manifatturiero in generale. E sarebbe davvero un controsenso per il nostro Paese professare per un verso la necessità di rilancio dell’industria manifatturiera, e per l’altro verso non saper difendere quella siderurgica che dovrebbe alimentarla”.

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