“Grande preoccupazione per quanto sta accadendo alle acciaierie di Terni. Su questa vicenda, che ha assunto carattere europeo, al di la di quanto affermato dal vice presidente del Parlamento Europeo Roberta Angelilli, che le istituzioni non possono intervenire sulla questione, la Regione Umbria non può acconsentire silenziosamente che prevalgano logiche solo economiche”. Lo scrive Maria Rosi (PdL) per la quale “oltre alle strategie aziendali, andrebbe valutato l'impatto sociale che una scelta scellerata, come quella che si sta prendendo (smembramento dell'azienda, mantenendo soltanto il comparto più proficuo e remunerativo), produrrebbe sull'intero territorio. Oggi – aggiunge Rosi -, in questa difficilissima fase economica e quindi occupazionale, non si possono fare scelte legate soltanto al mero interesse economico, perché poi, nel lungo periodo, il sistema va in crisi”.

 

Rosi, nel ricordare lo “smembramento” dell'azienda A. Merloni e le conseguenze che ciò ha prodotto nel vasto territorio appenninico, rimarca come non sia più procrastinabile “una visione imprenditoriale che sia legata anche al sociale”.

Per l'esponente del centrodestra, “oggi è necessario prevedere contratti di solidarietà, basati su orari lavorativi ridotti in modo tale da permettere l'impiego di più lavoratori. Va invertito il pensiero, concentrato solo su logiche e strategie proprie delle multinazionali. Sostanzialmente – spiega - va trovato il giusto equilibrio tra libera imprenditoria e rispetto del tessuto economico regionale. È assolutamente necessario che le istituzioni pongano maggiore attenzione per le famiglie dei lavoratori, dipendenti delle aziende in crisi e verso le aziende stesse. Se questo non avverrà – conclude Rosi – l'intero sistema economico umbro andrà verso il collasso totale”.

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