"Riteniamo questa crisi la più grave della storia secolare della fabbrica e la più pericolosa per il suo  futuro e la  tenuta stessa della nostra città  in quanto - si legge in una nota del Partito della Rifondazione Comunista di Terni - per la prima volta, a differenza di altre crisi come quella già gravissima, che nel 2004/2005 portò al sacrificio del Magnetico, si mette in discussione l'esistenza dell'intero Sito Produttivo. Per quanto detto riteniamo che sia altamente rischioso abbassare il livello conflittuale della mobilitazione, questo  va invece  potenziato ed esteso a tutto il tessuto sociale della città. Solo questa pratica politica è a nostro avviso  il mezzo idoneo ad  imporre, la vertenza Terni all'attenzione del Paese  e come priorità all'agenda del Governo".

 

"Questa drammatica vicenda - continua a nota del PRC di Terni - alla stessa stregua di quelle del Polo chimico ternano denuncia con spregiudicatezza l'impotenza del Governo e delle Istituzioni locali nel contrastare lo strapotere incondizionato delle Multinazionali. Le cicliche e ingovernabili crisi prodotte dalle logiche del mercato che non prevedono, nelle loro esplicitazioni, alcuna forma di tutela ne  per i lavoratori ne tanto meno per  per il tessuto produttivo del territorio, evidenziano la necessità di  un intervento pubblico da ridisegnare nel nostro paese, che sia  in grado di salvaguardare i siti produttivi primari.
Ricordiamo a tale proposito la Legge presentata in Regione da Rifondazione Comunista contro le delocalizzazioni. Questa è  stata senza infingimenti secondo noi l'ennesima occasione persa , considerando che,  l'ostracismo mostrato dalle forze dello stesso Centro Sinistra e da una parte del Sindacato,  ne ha impedito  di fatto l'approvazione".

 

"Auspicando che,  a differenza di quanto avvenuto martedi pomeriggio sul tavolo presidiato solo dalla società Outokumpu e dal Ministro del lavoro Passera - conclude la nota del PRC ternano - tutte le future trattative ed accordi avvengano in presenza dei Sindacati e delle Istituzioni locali, invitiamo tutta la cittadinanza a non abbassare la guardia ed a mantenere uno stato di allerta generale,  fino a quando  non si intraveda una soluzione senza ombre,  in grado di garantire l'occupazione e salvaguardare il futuro della nostra città legato indissolubilmente a quello della locomotiva Acciaieria". 

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