PERUGIA - “Mentre gli apicali delle Acciaierie di Terni volano felicemente a Washington la Thyssen non ha definito le cause dell'incidente di domenica scorsa, non ha precisato perché sei piezometri su sette registrino tenori elevati sia di cromo esavalente che di altri metalli pesanti ed ha di fatto escluso proprie responsabilità per quel pozzo il cui tasso di cromo VI risulta pari a ben 1.200 volte il limite ammissibile. Infatti per Thyssen si tratterebbe di una semplice contaminazione storica". Lo rileva il  capogruppo M5S all’Assemblea legislativa, Andrea Liberati.

Per il consigliere regionale “schermandosi dietro la 'contaminazione storica', i tedeschi allungano certamente questa imbevibile brodaglia, perché si aprirebbe comunque una lunga controversia sull'individuazione dei soggetti responsabili. Tuttavia, se Thyssen rilascia simili dichiarazioni, deve pure avere in mano documenti incontrovertibili: infatti, perché si parli di 'contaminazione storica', occorrono ricerche, riferimenti bibliografici, fatti pregressi attestati, desk study, nonché una stratificazione nota degli inquinanti. Se così fosse, se Thyssen ed eventuali altre autorità fossero già in possesso di simili notizie, verrebbe allora da chiedersi quali siano i motivi dei mancati interventi di questi anni e decenni. E poi quante altre 'contaminazioni storiche' esistono in loco, a parere della Thyssen? Potremmo averne l'elenco, prima che sia troppo tardi?”

Liberati aggiunge che “la multinazionale deve fornire spiegazioni esaustive sulla gestione ambientale dei loro siti produttivi, dagli stabilimenti ternani alle locali discariche, viste le ampie contaminazioni da metalli già riscontrate su ogni matrice -acqua (falde e fiumi), aria, suolo. Aspettiamo infine che Thyssen fornisca alla città le immagini della videosorveglianza, sia per l'incidente di domenica scorsa che per le emissioni quotidianamente non captate, altra illegalità di lunga data su cui la Procura locale non pare mai essersi attivata”.

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