IN TERZA COMMISSIONE DELLA REGIONE IL REGOLAMENTO PER I SERVIZI RESIDENZIALI
La Terza Commissione ha approvato, a maggioranza, la proposta della Giunta regionale contenente modifiche al regolamento che disciplina i servizi residenziali per minorenni. Favorevoli Solinas (misto-MDP), Rometti (SeR), Casciari e Guasticchi (Pd), contrario Sergio De Vincenzi (misto-Umbria Next), astenuta Maria Grazia Carbonari (M5S).
Luca Barberini, assessore competente, ha illustrato l’atto che contiene percorsi autorizzativi e standard di assistenza che debbono essere garantiti per le diverse tipologie di strutture previste: “Per la prima volta – ha detto l’assessore - ci sono tariffe che debbono essere applicate per ogni singolo servizio previsto dal regolamento. Non una tariffa secca ma la possibilità per i gestori, in accordo con le zone sociali, di applicare una tariffa fra un minimo e un massimo da definire. Questo eviterà corse eccessive verso l’alto e anche tariffe talmente basse da non poter garantire servizi che sono rivolti a una categoria fragile. Avevamo riscontrato una forbice fra i 60 e i 70 euro al giorno, fino a 450 al giorno, quindi siamo intervenuti accorciando le distanze”.
“Abbiamo inoltre inserito – ha aggiunto Barberini - modifiche introdotte dalla legge di stabilità, che prevede le figure di educatore professionale socio-pedagogico e di pedagogista con diploma di laurea. Affrontato il tema di chi lavora in queste strutture da almeno dieci anni e che ha quindi maturato la giusta esperienza per svolgere l’incarico in questo settore ma si ritroverebbe espulso dal mercato in caso di rigida applicazione delle norme, che non tengono conto delle competenze acquisite sul campo se non viene completato tutto il percorso formativo previsto dalla normativa. Ci assumiamo la responsabilità politica di questa scelta: non ci sentivamo di rinunciare a queste professionalità, molte delle quali impiegate in campo sanitario, e lasciarli per strada”.
Il vicepresidente della Commissione Sergio De Vincenzi (gruppo misto-Umbria Next), ha espresso la sua contrarietà, poichè, a suo avviso, viene introdotta una fattispecie aggiuntiva che appare non in linea con la normativa nazionale, a tutto rischio della Regione, che si fa garante di figure professionali che non hanno la qualifica di educatore professionale socio-pedagogico, che deve essere acquisita attraverso corsi intensivi di formazione organizzati dall’Università.
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