(Avi News) – COLLAZZONE. – “L’aumento dei fenomeni estremi, sia meteorologici che sismici, a livello nazionale e su scala globale, portano la scienza a interrogarsi sempre più sulle possibilità di individuare i segnali precursori di questi eventi, causa purtroppo di perdite di vite umane e di ingenti danni materiali”. Partendo da questa considerazione l’associazione culturale Blue Planet Heart ha promosso un incontro, che si è tenuto all’abbazia dei Collemedio a Collazzone, sabato 21 e domenica 22 giugno, durante il quale scienziati ed esperti in ambito di terremoti e di fenomeni meteorologici si sono confrontati mettendo sul tavolo le loro esperienze.

“È possibile prevedere gli eventi estremi e i terremoti?” il titolo dell’incontro e anche l’interrogativo che ha guidato i lavori. Al tavolo, tra gli altri, il metereologo Andrea Giuliacci che ha affrontato il tema dell’estremizzazione del clima nel Mediterraneo.

“Il clima è cambiato in modo evidente e non in meglio, con fenomeni sempre più spesso estremi in un senso o nell’altro, quindi gravi periodi di siccità alternati ad altri in cui le piogge cadono in maniera violenta. Assistiamo anche a ondate di caldo che sono sempre più intense, numerose, e durature. Si possono prevedere gli eventi estremi? In una certa misura sì, per esempio, le ondate di caldo con diversi giorni di anticipo grazie ai modelli fisico matematici. Addirittura ci sono alcuni elementi che permettono di prevedere le estati particolarmente calde con mesi se non con un anno di anticipo. Per quello che riguarda le piogge, più che altro si possono prevedere le situazioni in cui c’è il rischio che in una data area si verifichino questi fenomeni. Purtroppo non è ancora possibile sapere con precisione dove le piogge più volente andranno a colpire. Insomma la meteorologia ha comunque ancora tanto lavoro da fare”.

Non si è discusso solo di clima ma anche della possibile prevedibilità dei terremoti. Interessante il contributo di Cristiano Fidani, ricercatore dell’osservatorio sismico “Andrea Bina” di Perugia che ha illustrato la rete elettromagnetica dell’Italia centrale, sistema che consente un monitoraggio 24 ore su 24 attraverso stazioni che registrano l’attività elettrica nell’atmosfera. Lo studioso ha anche parlato di ‘luci sismiche’, termine con il quale si intendono fenomeni avvistati nel cielo sotto forma di lampi, rossori diffusi, oggetti e sfere luminose in assenza di fenomeni meteorologici, e di testimonianze di precursori antropici e animali.

Un altro contributo legato agli studi per la previsione dei terremoti è stato quello di Leonardo Nicolì, direttore della Fondazione Giuliani onlus L’Aquila che ha parlato degli studi sul Radon. “È un gas nobile – ha detto Nicolì – che esce dalla terra, elemento che fa parte della catena di decadimento dell’uranio. Da 14 anni, attraverso questo strumento, intuito da Giampaolo Giuliani, è nata la ricerca. Noi cerchiamo di misurare questo gas che esce dal sottosuolo e di verificare quando in determinati periodi si generano delle anomalie, quindi dei forti aumenti nelle emissioni o, al contrario, delle forti diminuzioni. Quando rileviamo questo tipo di anomalia riusciamo a individuare in qualche modo anche il precursore sismico. A seconda di come si presenta l’anomalia possiamo anche identificare se si tratta di un evento sismico che si manifesterà nei pressi della rete di monitoraggio oppure fuori, ma da qui a dire che oggi siamo in grado di definire in modo preciso una previsione ancora non è possibile”.

Tra gli interventi del convegno anche quelli dei ricercatori Daniele Gullà e Nicola Tosi che hanno fatto riferimento allo studio di fenomeni energetici, luminosi e vibrazionali, considerati una “nuova frontiera“ nel campo della sismologia, e di Francesco Nucera, presidente della Iesn rete sismica sperimentale italiana, con l’illustrazione di quelli che sono considerati i punti fermi della conoscenza scientifico-sismologica in fatto di prevedibilità sismica.

Il meeting, come detto, si è chiuso oggi, domenica 22 giugno, con un question time tra tutti i partecipanti.

 

Carla Adamo

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