Osservando le centinaia di migliaia di ragazzi che in tutto mondo hanno marciato per chiedere ai potenti del Pianeta di agire ora per contrastare i cambiamenti climatici, si ha la sensazione di aver vissuto un momento storico, un momento che aspettavamo da anni, l’alba di un cambiamento. Non hanno ancora l’età per votare, eppure hanno deciso di far sentire forte la loro voce, seguendo l’esempio di Greta Thunberg, la ragazza che, con la sua lotta solitaria, ha dato vita al movimento Fridays for future.

Contestano un modello di sviluppo, fondato sullo sfruttamento intensivo delle risorse naturali, sullo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, sulla cancellazioni di qualsiasi diritto.

Viviamo un’epoca caratterizzata dalla “dittatura del capitale”, dove l’unico fine perseguibile è la massificazione del profitto. Non importa come, non importa quali e quanti danni ambientali produrrà; danni che comprometteranno, in modo irreversibile, la vita delle generazioni contemporanea e di quelle future, quante ingiustizie e soprusi subiranno i soggetti sociali più deboli.

Popoli e nazioni sfruttate e costrette in una povertà disumana, dove l’unica via di salvezza è la fuga.

Ma l’egoismo non ha limiti. Questa élite che governa il mondo difende in tutti i modi i suoi privilegi usando le armi della propaganda e quelle fisiche, invoca la sicurezza addossando le responsabilità a queste povere persone costrette, dalla stessa élite, a lasciare il proprio Paese per continuare a sperare nella propria vita. Si creano ghetti per i nuovi proletari, siano essi comunitari od extracomunitari, si lasciano vivere in situazioni ambientali e sociale dove non esiste più dignità umana. Si fronteggiano fra loro, accusandosi reciprocamente di rubare il proprio spazio, rivendicando quel poco che esiste.

Una guerra tra poveri viene combattuta, una guerra che non potrà avere vincitori, ma solo vinti e che continuerà a privilegiare i potenti del mondo.

Si dovrebbero investire risorse per il riassetto idrogeologico del territorio e cominciare a risanare un ambiente già del tutto compromesso; per un piano case che dia risposta ai bisogni di tantissimi cittadini.

Si dovrebbe impedire questa speculazione finanziaria che specula anche sull’immissione di anidride carbonica nell’atmosfera. Esiste una borsa a Chicago dove si negoziano i titoli che derivano dalla cartolarizzazione delle quote che ogni Stato può immettere nell’atmosfera. Queste quote si scambiano e succede che i Paesi in via di sviluppo, con capacità maggiori di immissioni, vendano le proprie quote ai Paesi più industrializzati con meno capacita. Succede così che chi inquina continua ad inquinare e chi è povero costringe nella povertà la propria gente.

Tutto questo non può continuare, ma per fermare questa distruzione progressiva del pianeta dobbiamo pensare ad un altro mondo possibile e uscire definitivamente dal sistema capitalistico.

La terra è un capolavoro, salviamo l’originale.

 

Associazione culturale Umbrialeft

Attilio Gambacorta

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