Terni/ Trappolino: chiarezza per politiche industriali sull'acciaio in Europa
La notizia diffusa dalla Reuters riguardo l’imminente vendita di Inoxum ha impresso alla vicenda delle acciaierie ternane una notevole accelerazione, coinvolgendo direttamente la società regionale, la politica e le istituzioni. A quanto pare, il destino dell’ex AST sarebbe ora nelle mani di operatori finanziari (si parla di un fondo di investimento USA denominato “Apollo”) i cui interessi industriali restano al momento tutti da chiarire. Nelle prossime settimane si potranno conoscere più precisamente interessi e cordate. Ciò che è tuttavia dirimente è il mantenimento di un disegno di politica industriale che riguarda l’Italia e l’Europa.
“Il futuro dell’industria europea dell’acciaio – afferma Carlo Emanuele Trappolino, deputato del PD -, e in particolare di quello inossidabile, è condizionato dalla crescente forza dei nuovi competitori globali. A questa sfida i grandi gruppi europei stanno rispondendo con ristrutturazioni pesanti che rischiano, in assenza di un’adeguata governance, di compromettere l’assetto industriale del settore. L’Unione non può più rinunciare a misure di sviluppo e di indirizzo di un comparto che resterà strategico.
“Una definizione chiara delle politiche industriali sull’acciaio in Europa – prosegue il deputato del PD – potrebbe indurre a rivedere i regolamenti comunitari che impediscono le concentrazioni. In questo specifico settore le dimensioni contano e spesso risultano decisive in ragione delle economie di scala, della capacità di mercato e delle attività di ricerca. C’è, inoltre, il tema dell’armonizzazione del mercato del lavoro attraverso un coordinamento europeo che dovrà sempre di più riguardare anche le politiche di coesione e quindi strumenti di accompagnamento delle ristrutturazioni”.
“Un punto però essenziale – precisa Trappolino – riguarda la competizione sui mercati. Le stringenti normative ambientali europee non consentono certe ‘libertà’ possibili altrove e che tuttavia precipitano all’interno del mercato dell’Unione ponendosi in concorrenza sleale con prodotti che rispondono a standard molto più rigorosi. C’è quindi il problema della qualità del processo produttivo dell’inox e del prodotto stesso sul quale non è più possibile scantonare e su cui il governo italiano deve impegnarsi in sede di confronto con la Commissione Europea al fine di introdurre misure di protezione”.
“Il sottosegretario De Vincenti – conclude il parlamentare – ha annunciato la convocazione, a breve, del tavolo nazionale di confronto sulla vicenda ternana. A questo punto, come opportunamente richiesto dalla presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini, il tavolo dovrà essere quello della Presidenza del Consiglio”.
“Il futuro dell’industria di Terni è un pezzo importante del futuro produttivo del nostro Paese. Ed è per questo che è opportuno rimettere in campo misure e interventi conseguenti. Due le questioni su cui l’esecutivo guidato da Mario Monti deve quindi dare risposte concrete: sulle inadempienze del governo rispetto agli impegni passati (e disattesi) in materia di infrastrutture e sulla dichiarazione del territorio ternano quale ‘area di crisi complessa’ secondo quanto previsto dalla legge n.99 del 2009. In questa fase, accanto alle liberalizzazioni, va posta l’idea forte di una politica industriale destinata a rilanciare i presidi manifatturieri di eccellenza. Per questa ragione il polo industriale di Terni è un caso nazionale che attende risposte adeguate alla sua collocazione”.
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