TERNI - Viene ipotizzato anche il reato di disastro ambientale nell'ambito dell'inchiesta della procura di Terni sulle polveri bianche diffuse nel quartiere di Prisciano, nella quale e' al momento iscritto nel registro degli indagati un dirigente dell'Ilserv, la societa' che gestisce lo smaltimento delle scorie dell'Ast.

A darne notizia sono gli avvocati Francesca Carcascio, Federica Sabbatucci, Antonella Dello Stritto e Loris Mattrella, legali delle 51 famiglie della zona parti offese nel procedimento. L'indagine e' partita proprio da un loro esposto, corredato da perizie tecniche, presentato per chiedere accertamenti sugli effetti del fenomeno delle polveri su ambiente, beni e salute.

Per martedi' prossimo e' previsto l'inizio dell'incidente probatorio disposto dal gip Maurizio Santoloci, su richiesta del pm Raffaele Pesiri, durante il quale verra' nominato un pool di periti che avranno il compito di svolgere accertamenti scientifici sulla natura delle polveri e dei materiali e sulla loro entita' e contenuti.

Si tratta in particolare dei dottori Mauro Sanna, Rino Felici e Ivo Pavan e dell'ingegner Nazzareno Santilli, che dovranno svolgere l'analisi dell'aria, dei terreni e delle falde in prossimita' di Prisciano, dei risultati dell'attivita' di monitoraggio dell'Asl sulla contaminazione degli alimenti.

Successivamente, in attesa dei risultati della prima perizia, e' prevista un'indagine epidemiologica sulle conseguenze che le polveri provocherebbero sulla salute dei cittadini. Oltre che quello di disastro doloso, la procura ipotizza i reati di getto pericoloso di cose e gestione di rifiuti non autorizzata.

A ordinare nuovi accertamenti sul fenomeno delle polveri e sulla situazione ambientale piu' generale, nell'autunno scorso, era stato lo stesso gip Santoloci, che aveva accolto la richiesta di opposizione all'archiviazione dell'indagine presentata dalle parti offese, avanzando appunto l'ipotesi di disastro ambientale.

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