L’abito fa il monaco? Pare proprio di sì, a giudicare almeno dalle incredibili decisioni adottate dal consiglio d’istituto della “Leonardo da Vinci” di Terni che proibisce agli studenti della scuola ternana di portare a proprio piacimento la capigliatura. Abbiamo, infatti, appreso che un emendamento al regolamento d’istituto vieterebbe ai ragazzi di entrare in aula con i capelli colorati, rasati, a cresta oppure “con le treccine rasta”.

Non sappiamo se tale orientamento vado inteso come esteso anche al corpo docente, in particolare a quelle insegnanti che, per libera scelta estetica, si acconciano con tinte piuttosto vivaci. In effetti, gli alunni corrono il rischio di distrarsi, grave danno al normale espletamento delle funzioni didattiche…Bando alle ironie, riteniamo inconcepibile che in pieno terzo millennio si pretenda di educare i giovani a seguire l’imposizione di ridicoli formalismi senza preoccuparsi, invece, di incoraggiarli a sviluppare responsabilmente la propria individualità e la propria creatività. Considerato che diversi genitori della stessa scuola hanno proposto l’adozione, come nel tragico ventennio, di una divisa per tutti, ci chiediamo quando verremo a sapere anche dell’imposizione del burkha per le studentesse…

E’ come se improvvisamente fossimo tornati indietro di oltre quarant’anni, ai tempi in cui, nel ’68, venivano stigmatizzati i “capelloni” e il loro abbigliamento. Ci auguriamo che alla “Leonardo da Vinci” abbiano sbagliato a leggere il calendario confondendo le festività natalizie con il primo d’aprile...

Associazione radicale “Ernesto Rossi” – Terni
 

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