TERNI - E' stata denominata 'Oro amaro' l'operazione della guardia di finanza di Terni nel settore del 'Compro oro', che ha portato all'arresto di 7 persone e al sequestro di 7 punti vendita nelle province di Terni, Rieti e Roma.

Sono finiti in manette per i reati di ricettazione, usura, falso in registri, tutto in associazione tra loro, la titolare di una attivita' di compravendita di oro, il socio e due familiari della donna interessati alla gestione dell'impresa. Arrestate anche altre tre persone, di cui una direttamente in rapporti d'affari con l'azienda, accusati di furto, ricettazione e cessione di sostanze stupefacenti.

Secondo quanto riferito dagli investigatori dalle indagini è emersa una gestione illecita delll'impresa, tra cui il conferimento di oltre un centinaio di svariati oggetti preziosi e di prodotti informatici da parte di un pregiudicato di origine siciliana.

Un capitolo a parte, secondo la autorita' giudiziaria e le fiamme gialle riguarda l'accusa di usura. Secondo quanto emerso dalle indagini presso i negozi si recavano anche persone in difficolta' finanziaria, che lasciavano in pegno oggetti, percependo in cambio un importo in denaro nettamente inferiore al valore reale. In sequito quando si recavano a riscattarlo erano costretti a versare cifre superiori, con l'applicazione, di fatto, di interessi usurari, accertati a volte anche oltre il 1000% annuo. In alcuni  - riferiscono i militari - la proprietaria dell'impresa, pur essendo stata interpellata dalla polizia impegnata nella ricerca di oggetti rubati, aveva sviato le indagini non consegnando gli oggetti, in realta' in suo possesso, o fornendo informazioni false.

Al momento i finanzieri sonoancora impegnati nella quantificazione dei ricavi derivanti dall'attivita' dei negozi sottratti a tassazione, poichè da quello che si è scoperto il meccanismo di evasione fiscale passava attraverso la falsa classificazione degli oggetti conferiti come rottami e la contabilizzazione di costi superiori a quelli sostenuti effettivamente.

Infine sono stati accertati casi di spaccio di stupefacenti da parte di un paio di soggetti, che erano in rapporti con il pregiudicato ma che nulla hanno a che vedere con la gestione dell'impresa.

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