TERNI - Le segreterie provinciali dei metalmeccanici di Terni hanno deciso di interrompere le relazioni sindacali con l'attuale management di Ast, dopo l'annuncio dell'azienda dell'avvio della procedura di mobilità per 40 tra impiegati e quadri. Lo hanno reso noto gli stessi sindacati informando che sarà valutata, attraverso gli uffici legali, la possibilità di intraprendere un percorso "di eventuale denuncia in merito ad atteggiamenti antisindacali da parte aziendale".

Fim, Fiom, Uilm, Fismic e Ugl hanno sostenuto di avere riscontrato "l'ennesimo atteggiamento scorretto ed inappropriato" e giudicano in particolare "inaccettabile e non rispettoso" la decisione dell'azienda di inoltrare ai mezzi di informazione, mentre era in corso l'incontro di questa mattina, comunicati ufficiali "che esplicitano unilateralmente i contenuti e i temi dell'incontro stesso e le decisioni assunte dall'azienda". 

Infatti a confermare unilateralmente l’avvio di una procedura di mobilità volontaria per impiegati e quadri era stata la stessa azienda, spiegando che la decisione era stata presa per "agevolare un numero massimo di 40 persone, tra impiegati e quadri, che desiderino uscire dall'azienda, ad esempio perché prossimi all'età della pensione". "Questa procedura di mobilità - continua l'Ast - prevede l'uscita dei dipendenti, di cui l'azienda può privarsi, esclusivamente su base volontaria, favorendo chi valuterà di aderire in virtù delle singole esigenze e delle personali valutazioni".

L'avvio della procedura, che era stata già anticipata alle segreterie dei metalmeccanici, si diceva anche, “seguirà un percorso di confronto con le organizzazioni, anche in relazione all'ammontare dell'incentivo economico per le uscite volontarie”.

Ad indorare la pillola l’affermazione finale secondo la quale l'azienda ribadiva "che manterrà fede agli impegni presi presso il ministero per lo Sviluppo Economico riguardo alla forza lavoro".

 

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