TERNI - "In tutta Italia, da Taranto alla Sicilia, alla Sardegna, alla Lombardia, al Friuli, e altrove, oltre 160 tavoli di confronto tra Governo e sindacati, cercano di affrontare e risolvere vertenze. Anche qui a Terni la gente, le famiglie e i lavoratori sono preoccupati per il clima di incertezza e di depressione": lo ha sottolineato il vescovo di Terni, monsignor Giuseppe Piemontese celebrando la messa natalizia all'Ast. Cerimonia che si è svolta alla presenza dell'amministratore delegato Massimiliano Burelli, del sindaco Leonardo Latini e del prefetto Emilio Sensi.

Monsignor Piemontese ha parlato di clima di incertezza legato ai "giovani che emigrano in cerca di lavoro, per le tante aziende e fabbriche in crisi e in stato di agitazione e per le tante vertenze sindacali in piedi dalle difficili prospettive di soluzioni". "Seguendo una antica tradizione - ha sottolineato il vescovo -, la città, si ritrova attorno alla grande famiglia delle Acciaierie".

Da parte sua l’ad Massimiliano Burelli ha messo l’accento sulle difficoltà del momento sottolineando che “il 2019 si chiude per AST in  forte controtendenza rispetto ai due passati esercizi”. “Non è un mistero – ha aggiunto - che questo sia un periodo molto difficile per l’acciaio in Italia, in Europa e in tutto il mondo”. La ragione di tutto ciò “i dazi introdotti da Trump  che hanno determinato il riversamento in Europa di una parte dell’eccesso di capacità produttiva asiatica, prima distribuito anche negli Stati Uniti. La sovrabbondanza di offerta e il conseguente crollo dei prezzi sono ricaduti sulle spalle dei produttori europei. Nonostante l’Ue abbia reso più rigorose le forme di garanzia già esistenti per arginare l’aumento delle importazioni nel nostro Continente, ad oggi permane una notevole pressione competitiva. Questa situazione, insieme al rapido rialzo del prezzo del nichel, ha comportato una flessione nei prezzi, inevitabile per mantenere quote di mercato e tenere testa alla concorrenza, diventata particolarmente aspra anche da parte degli altri produttori europei, tutti in estrema difficoltà”.

 “L’esito di un anno così difficile sarebbe stato ben peggiore – ha poi affermato - se l’Azienda non avesse adottato in questi ultimi esercizi delle azioni volte a renderla più competitiva e meno vulnerabile. Prima di tutto, puntando ad una politica commerciale che si rivolge agli utilizzatori finali, interessati ai nostri prodotti per le caratteristiche di qualità e di servizio offerte e non solo per il prezzo”.

Condividi