TERNI - La Conferenza delle Democratiche di Terni e Provincia vuole accendere i riflettori sulla data dell'8 Marzo: una data che non si può dimenticare ... Da cento anni ormai 8 Marzo vuol dire Donna ed ogni anno ci troviamo a riflettere sul significato e sulle tante contraddizioni che questa ricorrenza evoca.

Quest'anno, in particolare, in un Paese dilaniato da una crisi economica ormai decennale,  alle prese con scandali ed inchieste giudiziarie che stanno travolgendo la Politica, in un Europa che sta perdendo la sua identità ed i suoi obiettivi più nobile, in un contesto internazionale in cui è tornato di moda ergere muri e difendersi dall'altro, l'8 Marzo rischia di passare in secondo piano, come a dire "c'è qualcosa di preminente che incombe e si impone sulla scena politica nazionale ed internazionale".

Noi donne del Partito Democratico stiamo vivendo una stagione congressuale difficilissima, che forse abbiamo sin qui più subito che voluto e che rischia di modificare sensibilmente i riferimenti culturali e valoriali che ci hanno fatto riconoscere in questa forza politica. 

Ma la Storia non può fermarsi, la Storia va avanti e non vogliamo che sia una storia di cui le donne non siano protagoniste.

Per questo abbiamo condiviso la campagna "Non una di meno", con l'intento  di protestare e manifestare affinché la strage continua, ininterrotta, di donne vittime di femminicidi abbia la giusta considerazione sociale e politica e venga combattuta con tutte gli strumenti a disposizione.

Per questo pensiamo che le tante donne costrette a scegliere tra il lavoro e la famiglia non debbano più giungere a ritenere la maternità un lusso e l'avere un figlio un prezzo poi caro da pagare ...

Per questo vorremmo che le donne non fossero più costrette al lavoro precario, sottopagato, sottovalutato ...

Per questo vorremmo che ci fossero servizi pubblici universali per i nostri figli, per i nostri anziani, per i disabili, per le famiglie, per chi ha bisogno ed il welfare non continuasse a gravare in maniera così preponderante sul tempo ed il lavoro faticoso, non riconosciuto, non retribuito di tante donne ....

Per questo reclamiamo ancora oggi la mancata attuazione di tante norme e pratiche che riguardano la salute delle donne ...

Per questo vorremmo vedere garantiti sempre diritti di autodeterminazione delle donne in ogni campo ...

C'è bisogno di una vera rivoluzione culturale e temiamo che in questi tempi così difficili di crisi economica, morale e  politica si rischi di arretrare anche sul piano dei diritti formali e sostanziali già riconosciuti. Avvertiamo con forza il pericolo di finire con il rinchiudersi nel muro della paura del cambiamento e dell'affermazione sociale che vorrebbe dire inevitabilmente  guardarsi indietro e tornare indietro anche per quanto riguarda la condizione femminile.

Non possiamo permetterlo! Per questo dobbiamo tornare ad occuparci della cosa pubblica, della Politica nel senso più ampio del termine, perché Ci riguarda, riguarda tutti noi e perché abbiamo in mente una comunità fatta di donne e uomini con pari diritti e pari opportunità che insieme si impegnano a costruire una società più equa, con minori diseguaglianze e che guardi ad un futuro ancora possibile.

Roberta Isidori

Francesca Olivieri

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