L’Associazione LIBERAMENTE DONNA ETS  ha preso infine la difficile decisione di non partecipare alla Gara di appalto per l’affidamento del “Sistema integrato dei servizi di contrasto alla violenza di genere” a Terni perché a rischio la libertà delle donne e la metodologia dei Centri Antiviolenza
Il Comune di Terni ha indetto la gara di appalto “lampo”, della durata di circa 20 giorni, per l’affidamento del “Sistema integrato dei servizi di contrasto alla violenza di genere”.
L'Associazione Libera...Mente Donna ETS, ente gestore del Centro Antiviolenza “Libere Tutte” di Terni dalla sua apertura nel 2014 ad oggi, ha appreso all’improvviso dei termini della gara di appalto mentre ha in essere più di 200 percorsi attivi e ospita 5 donne e 9 minori.
Scadenza 21 dicembre 2021, decorrenza dal 1 gennaio 2022.
Le risorse economiche messe a disposizione dalla gara di appalto sono insufficienti e inadeguate a quanto necessario per poter garantire la qualità delle strutture, oltretutto in gran parte a carico dell’aggiudicatario,  e delle numerose attività collegate. Risulta inaccettabile il mancato riconoscimento della metodologia della relazione tra donne, la priorità della volontà e dell'autodeterminazione delle donne, aspetti centrali per la definizione del percorso di uscita dalla violenza e per noi tutte presupposti irrinunciabili. La gara di appalto non valorizza la partecipazione delle associazioni femminili e femministe che per prime in Italia hanno aperto, gestito, implementato e potenziato i Centri Antiviolenza e le relative buone prassi e che sono riconosciute dalla Convenzione di Istanbul, dall'Intesa Stato-Regioni sui requisiti minimi dei Centri Antiviolenza e delle Casa Rifugio e dalla stessa Legge della Regione Umbria n. 14/2016. 
Non viene data  priorità alla costruzione della consapevolezza e dell'autonomia delle donne, ne 
viene fatto alcun riferimento a previsioni e percorsi necessari alla costruzione della collaborazione tra i soggetti della Rete Antiviolenza Territoriale, volti a prevenire e impedire la vittimizzazione secondaria, il non riconoscimento del ruolo genitoriale delle madri che subiscono violenza unitamente alle/ai loro figlie/figli e che sottraendosi alle violenze li traggono in salvo.
Ancora nelle nostre città e nelle nostre istituzioni le donne non si sentono ascoltate, credute e lasciate libere di scegliere. I Centri Antiviolenza sono luoghi che intercettano e amplificano  la voce delle donne, in accordo con le Leggi nazionali e internazionali in merito alla violenza sulle donne che ne riconoscono il significato, il valore e l’autonomia.
E’ stata una decisione condivisa e sofferta ma necessaria cercheremo in ogni modo di continuare la nostra azione a fianco delle donne vittime di violenza, per loro e per tutte il nostro impegno resta immutato.
Associazione Libera...Mente Donna ets
Aderiscono al presente comunicato la Rete Umbra per l'Autodeterminazione RU2020 e l'Associazione Omphalos LGBTI

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