TERNI -  Le istituzioni locali e regionali, insieme ai sindacati, si schierano dopo la richiesta di 120 milioni di euro della LyondellBasell alla Newco capeggiata dalla Novamont, che aveva avanzato un'offerta di acquisto (di circa 40 milioni) degli stabilimenti in dismissione del polo chimico ternano. Il punto della situazione e' stato fatto nel corso di una conferenza stampa convocata dal sindaco di Terni Leopoldo Di Girolamo insieme al presidente della Provincia Feliciano Polli e all'assessore regionale allo Sviluppo economico Gianluca Rossi. Presenti anche un gruppo di lavoratori e forze sindacali.

''La richiesta fatta dalla Basell alla Novamont - ha detto Di Girolamo - e' una provocazione, ora serve un intervento del Governo nazionale a livello politico e non solo ministeriale''. ''Riteniamo la trattativa tra Basell e Novamont sia ancora aperta - ha sostenuto ancora il sindaco -, ma questa proposta e' irricevibile sia sul piano economico che industriale. Si rafforza l'impressione che da parte della Basell non ci sia la reale intenzione di alienare questo sito produttivo e farlo riattivare. E' chiaro che Basell non vuole concorrenti. Ma il Comune conferma che quell'area e' industriale e lo rimarra', non ci sono spazi per speculazioni di nessun tipo ne' nessun piano B''. Di Girolamo e' poi tornato a ribadire la necessita' che ''Terni venga considerata area di crisi complessa''.

''E' questo l'unico percorso virtuoso - ha aggiunto - affinche' la trattativa abbia un epilogo positivo''. ''Il lavoro di diplomazia - ha ribadito l'assessore Rossi - da parte della presidenza della giunta regionale e di quella del Consiglio dei ministri c'e', ma ora e' necessario un salto di qualita'. Questa trattativa e' infatti solo parzialmente privata, c'e' una quota pubblica rappresentata dai lavoratori e dalla citta' di Terni. Per questo la vicenda deve essere accompagnata dagli strumenti giuridici giusti e avere risorse pubbliche. Il riconoscimento dell'area ternana come area di crisi complessa e' la precondizione necessaria affinche' il sito produttivo possa attingere alle risorse di un Accordo di programma''.

''Non ci risultano rotture formali della trattativa - ha rassicurato Polli -, anche se ci sono situazioni preoccupanti. E' chiaro pero' a tutti che progetto resta valido ci deve costringere a un'attenzione e pressione costante anche da parte del Governo''. Secondo il segretario provinciale della Filcem Cgil Sergio Cardinali ''la Basell sta approfittando della condizione di difficolta' del territorio ternano''.

''Se il Governo, come gia' detto in passato - ha proseguito -, ha realmente individuato a Terni elementi importanti per la chimica italiana allora attivi gli strumenti utili per risolvere la questione cosi' come fatto per la vertenza di Porto Torres''. Lunedi' pomeriggio si terra' a Roma un coordinamento delle rappresentanti sindacali di tutto il gruppo Basell, mercoledi' e' confermato l'incontro presso il ministero dello Sviluppo economico con i vertici della multinazionale americana per discutere delle procedure di trasferimento nel sito di Ferrara dei 97 lavoratori ternani.

''Sara' un incontro importante - ha detto il segretario provinciale della Uilcem Franco Di Lecce - per sentire le ragioni dell'azienda. Questa richiesta e' una provocazione che ci ha colto tutti di sorpresa''.

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