TERNI - Undici giornate di festival, 5 trasferte in 4 paesi, 50 film proiettati, 500 spettatori al giorno, 3 conferenze, 3 presentazioni di libri, 4 concerti, 2 mostre, tre installazioni, un planetario, un’esperienza di realtà virtuale, una cena a tema, una gara di Moonwalk, 10 workshop per gli studenti con 11 scuole coinvolte, due università, un ordine professionale e un carcere, otto lungometraggi in concorso provenienti da 7 paesi diversi e tre continenti, 36 cortometraggi da 18 paesi, 5 anteprime nazionali, 7 giurie, 25 premi assegnati, 70 ospiti da tutto il mondo, 10 gemellaggi e uno staff di 40 volontari.

Sono questi i numeri della quindicesima edizione del Terni Film Festival, che si è svolto dal 9 al 17 novembre 2019 con due anteprime il 7 giugno e il 4 ottobre, e il cui bilancio è stato tracciato stamani nella Curia diocesana dal vescovo Giuseppe Piemontese assieme al direttore dell’Istess Stefania Parisi e al direttore artistico Arnaldo Casali.

Un’edizione che segna un’ulteriore svolta nella storia della kermesse, che cambia ufficialmente nome da Popoli e Religioni a Terni Film Festival e annovera tra i suoi partner l’Istituto Polacco di Roma, Signis International, l’Ordine dei Giornalisti dell’Umbria e la Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università Salesiana.

“Popoli e Religioni è oggi il nome dell’intero progetto annuale dell’Istess finanziato dalla Fondazione Carit – spiega Stefania Parisi – e che comprende molte altre iniziative tra cui il Seminario filosofico, tutte incentrate sul dialogo interreligioso e il confronto tra arti e culture”.

Da rassegna tematica locale il Terni Film Festival – promosso dall’Istess con l’Associazione San Martino e Laboratorio Idea e il sostegno della Fondazione Carit, il Ministero per i beni e le attività culturali e la Regione Umbria e che ha ricevuto anche quest’anno la Medaglia del Presidente della Repubblica - è diventato ormai una kermesse di rilievo internazionale: una crescita che è stata possibile grazie al volontariato ma che per andare avanti necessita oggi un’assunzione di responsabilità da parte di tutte le istituzioni, a cominciare dal Comune e dalla Regione.

“Siamo l’unico festival al mondo che non riceve alcun sostegno dal Comune di cui porta il nome” commenta Arnaldo Casali. “Abbiamo lanciato con gli altri festival dell’Umbria un appello alla nuova governatrice – aggiunge – perché il cinema può e deve tornare ad essere un settore strategico per l’economia e le politiche culturali del territorio. Finora ai festival sono andate solo briciole, l’Umbria Film Commission – la prima ad essere nata in Italia - aspetta ancora di essere rilanciata. A Terni il cinema Politeama rischia la chiusura eppure con questo festival abbiamo dimostrato quali enormi potenzialità ci siano per un autentico rilancio del settore, se solo si decidesse di investirci un minimo”.

L’edizione 2019 del festival ha visto anche una nuova formula organizzativa che ha permesso di far crescere ulteriormente la manifestazione: “Abbiamo allargato la condivisione di questo progetto con volontari, associazioni e sponsor arrivati da tutta Italia per partecipare a questo grande evento. Eppure continuiamo ad essere considerati dalle istituzioni locali solo uno dei tanti appuntamenti che si svolgono in città e non qualcosa su cui investire”.

Tra le più importanti novità di quest’anno c’è la nascita del premio “Fuoricampo”, evento che vede il Terni Film Festival a fianco dei due più importanti festival di cinema religioso italiani: Tertio Millennio di Roma e Religion Today di Trento.

Il premio verrà assegnato dai tre festival ogni anno al film italiano che abbia saputo meglio rilanciare il tema del sacro, del divino, del trascendente e dell’invisibile: quest’anno a riceverlo sarà Pupi Avati per “Il signor Diavolo” e la cerimonia di consegna avverrà il 12 dicembre alle 20.30 alla Casa del cinema di Roma.

Non mancherà un appuntamento natalizio il 15 dicembre alle 17 al Cityplex Politeama con la proiezione del film Pane da cielo di Giovanni Bedeschi, che racconta la storia di due senzatetto che nella notte di Natale trovano un neonato dentro un cassonetto, ma si accorgono che il bambino è invisibile a tutti tranne che a loro.

Anche questo evento natalizio come tutti quelli del progetto Popoli e Religioni è ad ingresso libero

 

 

 

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