Terni: i cittadini contro gli accertamenti per infedele dichiarazione sulla Tari
Sta creando un crescente disagio tra i cittadini ternani l’avviso di accertamento per "infedele dichiarazione" per il pagamento della Tari, inviato a molti utenti e riguardante gli anni dal 2015 al 2020. Se ne è parlato lo scorso 11 novembre nell’incontro svolto presso la sala consiliare del Comune di Terni, tra le associazioni dei consumatori - Adiconsum Umbria, Adoc Terni, Federconsumatori Terni e Lega Consumatori Terni - con la società Municipia, alla presenza dell’assessore al Bilancio del Comune di Terni e della responsabile Ufficio tributi, insieme a Confesercenti e Confartigianato.
“L’assessore - si legge in una nota delle associazioni dei consumatori - ha illustrato la situazione finanziaria che sta attraversando il Comune, che denuncia una mancata riscossione di € 17.000.000 riguardante la Tari”.
Nella piena condivisione della necessità che ogni cittadino partecipi al sostegno economico del fondamentale servizio di raccolta dei rifiuti urbani, le associazioni dei consumatori hanno rilevato “alcune criticità presenti nell’avviso di accertamento”, come ad esempio l’inserimento dell’annualità 2015, che, come statuito dal codice civile (art. 2948) e motivato dalla Suprema Corte di Cassazione con l’ordinanza n° 20955 del 1/10/2020 è prescritta. Ma soprattutto, le associazioni hanno rimarcato la mancata applicazione della legge 212 del 27/7/2000 (Statuto del Contribuente) ed in particolare degli art. 6 (Conoscenza degli atti e semplificazione) e art. 7 (Chiarezza e motivazione degli atti), contestando di fatto la definizione “accertamento per infedele dichiarazione”.
in risposta la società Municipia s.p.a. ha parlato degli avvisi come di "atti dovuti", determinati dalle difformità dei dati esistenti tra l'anagrafe tributaria e l’anagrafe dell’Agenzia del Territorio dopo il passaggio dell’attribuzione della superficie abitativa da vani a metri quadri per il calcolo della Tari.
“Tuttavia - hanno osservato ancora le associazioni dei consumatori - tale passaggio poneva l’obbligo da parte del Comune di informare i cittadini del cambio del calcolo della superficie da applicare al computo della Tari. La mancanza del rispetto di questo obbligo ha posto il contribuente nella condizione di pagare nel tempo quanto richiesto nella certezza di essere nel giusto”.
Dunque, le associazioni contestano la definizione stessa di “infedele dichiarazione” e quindi l’applicazione delle sanzioni e gli interessi, laddove i cittadini in buona fede, hanno continuato a pagare quello che ritenevano giusto in mancanza di informazioni adeguate.
E proprio a questi cittadini le associazioni dei consumatori consigliano di recarsi presso le proprie sedi a ritirare la modulistica per la “richiesta di esercizio dell’autotutela" quale strumento meno oneroso per contestare “l’avviso di accertamento per infedele dichiarazione” e consegnarlo poi alla società Municipia Spa, richiedendo alla società stessa di rispondere tecnicamente all’interessato rispetto alle fonti giuridiche su cui si fondano le pretese poste alla base dell’accertamento.
Da parte loro, la società Municipia e l’assessore hanno confermato la possibilità di richiedere l'eventuale rateizzazione delle cifre richieste, laddove dovessero risultare legittime, previa verifica con la stessa società.
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