TERNI - Il Coordinamento della Cisl di Terni esprime la propria preoccupazione per il clima pesante che si è creato intorno al Centro per l'Impiego di Terni.

La preoccupazione deriva sia dall'increscioso episodio che si è verificato la scorsa settimana che ha visto protagonista un dipendente del CPI ed un disoccupato ma soprattutto dal tentativo da parte della Regione di minimizzare l'accaduto considerandolo soltanto un increscioso comportamento di un singolo.

Invece la problematica è ben più complessa e trae origine dalle gravi difficoltà di funzionamento del CPI più volte denunciate dal personale, dalla RSU e dalle Organizzazioni Sindacali.

Il Centro per l'Impiego per anni è stato esempio di capacità di innovazione e di organizzazione ottenendo anche importanti riconoscimenti a livello nazionale.

Negli ultimi anni invece, nonostante l'impegno e la professionalità dei dipendenti, il servizio ha avuto notevolissime difficoltà organizzative e gestionali a causa delle carenze di personale, di scelte organizzative infelici come l'utilizzo dell'istituto dell'”avvalimento”, dell'effetto perverso della normativa sulle Province, della carenza di mezzi e strumentazione informatica, delle perenni difficoltà di comunicazione tra la Provincia da cui dipende il personale e la Regione che lo gestione, della mancata riorganizzazione della struttura per adeguarla alle mutate competenze, alle nuove procedure della regione e soprattutto alla dequalificazione  e depotenziamento del personale in servizio anche a causa dell'ingiustificato prepensionamento di personale esperto e di categoria direttiva ritenuto inspiegabilmente in soprannumero.

A fronte di una situazione già difficile da qualche giorno il numero degli utenti che è stato possibile ricevere per l'espletamento delle proprie pratiche si è ulteriormente ridotto in quanto da una parte è stata introdotta una nuova procedura informatica particolarmente complessa e farraginoso  e dall'altra si è ridotto il monte orario del personale in servizio di decine di ore settimanali in quanto, a causa dell'endemica difficoltà di comunicazione tra Regione e Provincia, dal 1 gennaio non si è provveduto all'integrazione dell'orario di alcuni dipendenti  a tempo parziale.

Tutto ciò ha causato notevoli tempi di attesa e molti utenti hanno avuto difficoltà ad essere ricevuti per l'espletamento delle proprie pratiche dovendo tornare per più giorni presso il CPI. Il malumore degli utenti è stato esternato con critiche ed apprezzamenti a volte pesanti ed offensivi nei confronti dei dipendenti che, pur impegnandosi con correttezza e professionalità, non erano in grado di dare risposte immediate ed efficaci per colpe non imputabili a loro bensì alle incapacità organizzative e gestionale degli Enti.

La Cisl di Terni, a fronte della complessità della situazione, chiede di non focalizzare il problema esclusivamente sull'eventuale comportamento non consono di un dipendente, ma di indire immediatamente un incontro per risolvere le problematiche evidenziate, soprattutto in una fase delicata come questa che prevede il passaggio nella nuova Agenzia regionale per le politiche attive sul lavoro, Arpal, per dare dignità ed efficacia all'attività dei dipendenti del CPI di Terni e nel contempo dare risposte e considerazione agli utenti evitando disagi e lungaggini non degni di un servizio indispensabile per i disoccupati in momenti di crisi come quella che attanaglia da tempo il territorio ternano

Gli eventuali provvedimenti evocati nei confronti del dipendente coinvolto non risolveranno i problemi che hanno generato l'episodio balzato alle cronache del web. Il perdurare delle difficoltà operative ed organizzative nella struttura del CPI e delle file selvagge con tempi di attesa inaccettabili e il tentativo di addebitare le colpe di tutto ciò al personale in servizio non solo non daranno risposte agli utenti ma saranno forieri di ulteriore malcontento con il rischio di verificarsi di episodi ben più gravi.

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