L'azienda è in vendita, ma sono in arrivo comunque 140 esuberi, finalizzati – sostiene la proprietà – a rendere il sito più competitivo e snello e quindi più appetibile sul mercato. L'azienda in questione è l'Ast di Terni, l'acciaieria che è anche la fabbrica più grande dell'Umbria, nonché il principale impianto di produzione di acciai speciali in Italia.

La notizia, una vera e propria doccia fredda per i lavoratori, è arrivata dopo l'incontro svolto alla fine della scorsa settimana tra l'ad di Ast, Marco Pucci, e le segreterie provinciali dei sindacati dei metalmeccanici, convocato dall'azienda per illustrare il piano triennale con il quale Ast vorrebbe “migliorare” il sito ternano dal punto di vista produttivo, qualitativo e dei costi. Ci sarebbero anche un centinaio di lavoratori da ricollocare all'interno del sito.

 

Dai sindacati e dalle Rsu arriva però un immediato stop ai progetti dell'azienda: “E' indispensabile un approfondimento nel merito delle singole voci di taglio costi – si legge in una nota di Fiom, Fim e Uilm e delle rappresentanze aziendali - ma siamo comunque indisponibili in questa fase a ragionare in questa fase di eventuali razionalizzazioni di personale”.

I sindacati sottolineano che non si è ancora conclusa la fase di vendita, e che non è chiaro il nuovo soggetto acquirente e di conseguenza il Piano Industriale. Per di più – osservano - la Commissione Antitrust ha posto un “vincolo” a mantenere l’assetto attuale del sito ternano per garantirne la competitività nel panorama dei produttori degli acciai europei.

 

Dunque, l'obiettivo resta “la difesa dell’integrità del sito, dei volumi, e la salvaguardia dei livelli occupazionali, diretti e indiretti”, concludono sindacati e Rsu.

Intanto, sul fronte della vendita dell'azienda è ancora riserbo totale. “Ci hanno solo detto – racconta Claudio Cipolla, segretario generale della Fiom Cgil di Terni – che al momento sarebbero pervenute una decina di manifestazioni di interesse, non solo da parte di soggetti industriali e che dal 18 al 22 febbraio saranno organizzate le visite al sito ternano. Dopo si entrerà nella fase successiva, quella delle offerte vere e proprie, della loro valutazione e dei possibili passaggi. Chiaro che per noi resta imprescindibile il fatto che il compratore sia scelto tra soggetti industriali e che non si metta in discussione la condizione di sito integrato”, il Tubificio, insomma, deve rientrare nel pacchetto.

 

Fonte: rassegna.it

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