Il teleriscaldamento dall’inceneritore di ARIA non è una soluzione
Apprendiamo dalla stampa quotidiana che sono giunte delle proposte di ARPA per mitigare la grave e complessa situazione della qualità dell’aria della città, che in questi giorni ha avuto una negativa accelerazione. Nell’immediato evidentemente è complicato porre dei rimedi e possono essere solo misure tampone quelle da mettere in campo: temperature del riscaldamento domestico più basso, non utilizzo dei camini a legna, o altre finalizzate alla riduzione del traffico veicolare.
Ma è evidente che l’amministrazione dovrà individuare misure ben più serie e di lungo respiro. A nostro modo di vedere l’idea del teleriscaldamento da AST ha un senso in un quadro di ammodernamento ed efficientamento dei sistemi di abbattimento e contenimento delle emissioni e captazione delle polveri, ma riteniamo assurdo pensare che anche l’inceneritore possa essere annoverato come possibile soluzione. Usare l’impianto di incenerimento come fonte di teleriscaldamento significa prorogare all’infinito la presenza nella Conca di emissioni nocive vita natural durante; rappresenterebbe insomma una garanzia per ARIA (ACEA SPA) di poter continuare ad esistere e fare profitti, e ci troveremmo nella situazione magari di dover garantire combustibile, magari il CSS, per continuare a funzionare. Infatti se a seguito del teleriscaldamento dovessero essere spente le caldaie domestiche sarà necessario garantire un buon rendimento dell’impianto. E non è accettabile il ricatto per cui a tante piccole fonti di emissioni se ne sostituisce una sola e di grandi dimensioni.
Questa idea non è la prima volta che viene enunciata da ARPA, già in primavera l’aveva presentata ad una conferenza pubblica con il gota del PD ternano. Sarebbe utile che l’agenzia si preoccupasse di sottoporre all’Amministrazione e al governo della Regione tutte le misure passive di efficientamento e risparmio energetico a partire ad esempio dagli edifici pubblici(uffici, scuole etc) e incentivarle per il residenziale privato. Nuovi piani di mobilità che inducano all’uso del mezzo pubblico con aree di scambio auto privata/bus, rete viaria ciclabile anche per le zone esterne al centro.
Siamo dell’idea che gli impianti inquinanti e inutili come gli inceneritori vadano chiusi, non aiutati a sopravvivere con mezze soluzioni.
Comitato No Inceneritori terni
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