TERNI – “Dobbiamo pensare ad un distretto tecnologico non solo insediato esclusivamente in questo territorio, o in chiave localistica, ma anche con un ruolo molto più ampio. Insomma, penso che qui a Terni, si possa realizzare un progetto di meta distretto
è: è quanto ha affermato la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, intervenendo all'iniziativa su “Terni città dei materiali”, che si è tenuta nel pomeriggio a Palazzo Gazzoli, organizzata dalla Cgil, alla quale è intervenuta il segretario generale del sindacato, Susanna Camusso.

Nel corso del suo intervento la presidente Marini ha sottolineato che l'idea di un distretto tecnologico che guardi oltre i confini regionali e anche nazionali, “non nasce solo dal fatto che alcuni degli attori di questo progetto sono soggetti imprenditoriali internazionali, ma anche perché questa è l'impostazione che, come sistema istituzionale, siamo impegnati a perseguire e, in questa direzione, già nelle prossime settimane, intendiamo intensificare l'interlocuzione con il Governo e le altre Regioni che possono condividere questo progetto”.

“'Dunque, immaginiamo - ha spiegato - una risposta di tipo nazionale perché qui vi sono tutte le premesse per poter mettere in campo un'esperienza come quella di un distretto tecnologico con queste caratteristiche”.

Marini ha poi sottolineato la necessità che verso questo obiettivo vadano indirizzate tutte le risorse pubbliche. “Dobbiamo saper cogliere - ha sostenuto - anche le opportunità che deriveranno dalla nuova stagione della programmazione dei fondi comunitari 2014/2020 sapendo che molto si giocherà sulla capacità di realizzare sempre più e sempre meglio, ricerca e innovazione. E dobbiamo anche sapere che non tutti possono fare ricerca e non tutti possono fare da soli”.

“L'esperienza dei Poli di innovazione che qui a Terni già da tempo operano – ha aggiunto - , ci aiuterà' a selezionare quelle realtà in grado di sviluppare eccellenze in questo settore”.

La Marini ha fatto al riguardo riferimento al ruolo dell'Università. “Forse perché a corto di risorse - ha osservato -, ma l'Università per la prima volta ha davvero bisogno di un'apertura all'esterno e di un ruolo vero e primario nei processi di sviluppo e modernizzazione. Ecco perché sono certa – ha concluso - che l'Università sarà un altro tra gli attori protagonisti del distretto tecnologico, a patto che essa stessa metta in gioco la sua qualità della ricerca scientifica e della didattica”.
 

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