ASSISI - Il Sagrato dell'Abbazia di San Pietro ad Assisi anche per la seconda serata era pieno di spettatori. Dopo il successo dello spettacolo "I giullari che fecero sorridere Dio", sabato sera è stata la vota di ‘Devozione, santi e santonazzi’. In scena, quindi, la devozione popolare nella tradizione orale umbra. 

Devozione, santi e santonazzi è stato proposto da Sonidumbra, in forma di concerto recitato. Un viaggio nel repertorio orale umbro dove è stato possibile individuare la permanenza di pratiche religiose devozionali e dove è stato possibile riscontrare echi di antiche tradizioni legate alle sacre rappresentazioni e analogie con i movimenti questuanti che diedero origine alle prime laudi.

Il titolo unisce i diversi aspetti della religiosità popolare; la devozione, cioè il sentimento religioso vero che lega ciascuno, seppur nella sua semplicità, a un suo specifico culto, scelto a volte per tradizione familiare o locale, a volte per “affinità” personale; i santi, protagonisti assoluti della devozione popolare, ciascuno con il suo rigoroso ambito di influenza e specificità locale e operativa e isantonazzi, cioè gli impostori, i ciarlatani, coloro che approfittando proprio della semplice devozione popolare, operavano truffe e raggiri ai danni dei devoti.

Il concerto è stato organizzato in ordine cronologico, partendo dal periodo Natalizio per concludersi con il santo del vino, San Martino, in un arco temporale che abbraccia i dodici mesi da dicembre a novembre.

L’inizio prende in prestito una tradizione che nel nostro territorio arrivava dalle regioni vicine dell’Abruzzo e Molise: le novene degli zampognari. Seguono due versioni di Pasquarelle legate all’Epifania. Il periodo Pasquale è caratterizzato dalle tradizioni più spettacolari e teatrali dell’intero anno. Il Miserere di Fossato di Vico, cantato dalle voci maschili, si alterna allo Stabat Mater della tradizione di Colfiorito eseguito dalle voci femminili, a rievocare la suggestione della processione delCristo Morto.

A seguire alcuni canti di passione: Sotto la croce e Chi vo’scorda’ la Santa Passione, dal repertorio di P. Felici, animatore del gruppo L’altra Spoleto, attivo fino alla fine degli anni ’70. Piagne’ piagne’ Maria, straziante racconto del dolore della Madonna di fronte alla passione di Cristo, appartiene al repertorio de La Macina, gruppo di ricerca e riproposta marchigiano ed eseguito dalla sua storica voce, Gastone Pietrucci. Bovi Bovi è invece un brano proposto in due versioni, quella marchigiana e quella spoletina; si tratta del racconto, con immagini particolarmente cruente, della passione di Cristo, e che in entrambe le regioni è testimoniata in funzione di ninna nanna. E poi ancora chiude il periodo pasquale la Passione del fegatello, un brano particolare che narra di un infanticidio operato dalla madre e risolto dal provvidenziale, miracoloso intervento della Madonna. 

Il concerto è stato chiuso dalla Storia di Martino Martone, racconto della devozione popolare dedicato a un santo semplice e povero, perfino inventato, che attraverso il vino porta tra agli uomini la concordia; egli giunge alla santità compiendo un atto eroico.

Teatro Sacro - Pratiche di dialogo tra religione e spettacolo si concluderà questa sera (domenica 10 settembre). Dopo la terza giornata di convegno seguirà un altro spettacolo, il più atteso 'Rappresentazione di anima, et di corpo’, alle ore 21, all’interno della chiesa di San Pietro.

«Le rappresentazioni rientrano all’interno del convegno del ‘Teatro Sacro, Pratiche di dialogo tra religione e spettacolo’, organizzato dall’accademia Properziana del Subasio che per quest’anno ha deciso di concludere ogni giornata di convegno con una rappresentazione teatrale» - ha detto Pier Maurizio della Porta, il direttore artistico degli spettacoli.

Condividi