di i.borghese

Sui pagamenti della pubblica amministrazione la decisione arriverà questa mattina e con l'approvazione del primo decreto: si tratta così di sbloccare 40 miliardi di pagamenti arretrati.
Tema importante all’esame del governo quello di luglio, dell'aumento Iva, come l’introduzione della Tares. Prepariamoci al peggio. Sono due i miliardi che mancano per "l'immondizia", e questo a prescindere che ci sarà o no il rinivio della tassa.

La Tares, vale a dire la nuova tassa per lo smaltimento dei rifiuti, la nuova versione di quella che si chiamava Tarsu o Tia (nella ddoppia edizione Tia 1 e Tia 2) e che, questione importante, a carico dei cittadini prevede un aumento intorno al 30%. Una somma che andrebbe a pesare troppo sulle tasche dei cittadini.
Questi, infatti, a inizio estate avranno già numeroso esborsi la prima tranche dell’Imu, le addizionali dell’Irpef, e l’ennesimo aggravio dell’Iva che porterebbe il prelievo sugli acquisti a salire di un punto, al 23%.
"Una misura quest’ultima - dichiara Confcommercio - che porterebbe la dinamica dei consumi dalla riduzione all’agonia, sortendo un esito paradossale per cui l’aliquota aumenta ma, determinando una contrazione dei consumi, il gettito diminuisce. Si sta provando a congelare questo aumento, ma ogni auspicio è prematuro fintanto che il Governo non presenterà il Documento di Economia e Finanza nel quale indicherà gli andamenti macro e quindi la possibile sostenibilità di un intervento riduttivo".

L'entrata in vigore della Tares sarebbe prevista per lugli ma da numerosi soggetti sociali è stato richiesto un rinvio per il pagamento.
Nulla di fatto. Ad oggi il governo dimissionario non ha voluto prendere alcuna decisone su un posticipo, fino a quando il Quirinale nei giorni scorsi non lo ha investito di nuovo di una sua pienezza di azione.

Ma di quanto sarebbe previsto dunque lo slittamento della Tares? I comuni, attraverso l’Anci, si fanno carico della difficoltà dei contribuenti ma anch'essi hanno le casse vuote.
Il gettito atteso dalla Tarsu è di 8 miliardi, più di due volte delle vecchie tasse sui rifiuti.
"Ma se l’aumento atteso per le famiglie oscilla, appunto, intorno al 30% - spiega Confcommercio - per gli esercizi commerciali e di ristorazione la batosta potrebbe essere ben maggiore, in quanto la nuova tassa distingue tra rifiuti e rifiuti, in base alle modalità di raccolta e smaltimento, per cui - è sempre Confcommercio a dirlo - i negozi in genere conoscerebbero un aumento del 290%, che diventerebbe del 400% per ristoranti, bar e pizzerie, e di ben il 600% per i negozi di frutta e verdura".

Fonte: controlacrisi.org

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