Sento commenti incredibili sulle elezioni USA. Alcuni, pochi, dicono che per me Trump o Biden pari sono. Vorrebbero dire che era meglio se a vincere fosse stato Trump perché così l’America avrebbe seguitato a mostrare il suo vero volto mentre con Biden si rifarà il trucco. È quello che da comunisti avremmo definito il tanto peggio tanto meglio di infausta memoria. Altri sposano una tesi più sottile: Biden vince ma perde il Senato e sarà costretto a mettere la mordacchia alla sua sinistra interna e a dialogare con i repubblicani su una posizione centrista. Aggiungono che siccome quello che succede in America poi succede in Europa questo rilancerebbe il centrismo anche in Italia e celebrano il de profundis di Conte. Insomma la sinistra perde sempre anche quando batte la destra. Nessuno vede la novità di un voto che, con la riconquista degli stati industriali, mostra che esiste una frattura di classe che va oltre quella razziale e ricompone un blocco sociale che vince sottraendo ai populisti la rappresentanza dei perdenti della globalizzazione. Il partito democratico americano saprà interpretare questa novità?

Paolo Brutti

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