Tagliare drasticamente le tasse sulle imprese …e tolleranza zero per gli evasori
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PERUGIA - L’ossessione di raggiungere in tempi brevi una supposta “virtù” fiscale a colpi di incrementi delle entrate in un momento in cui ormai dodici paesi sono in crisi: dalla disastrata Grecia ormai al collasso, a Belgio, Cipro, Repubblica Ceca, Danimarca, Olanda, Irlanda, Portogallo, Slovenia e Regno Unito, oltre naturalmente all’Italia, crediamo possa far deragliare definitivamente lo sviluppo economico del vecchio continente.
L’Irlanda e la Spagna sono entrate in crisi per lo scoppio di una “bolla” immobiliare, il Portogallo e in parte l’Italia per un tasso di crescita troppo modesto degli ultimi decenni; la Grecia per l’emergere di scandali contabili e per un’economia arretrata e che ha poche possibilità di crescere. In tutti questi casi la sola austerità non fa crescere l’economia come efficacemente ha ricordato anche il Governatore Draghi.
Cosa fare? Se l’urgenza di varare manovre di consolidamento fiscale a novembre e dicembre hanno portato in Italia ad un aumento brutale della pressione fiscale, a medio termine è necessario procedere ad un taglio della spesa ma attenzione: non della spesa in conto capitale, come ha purtroppo deciso di fare il premier spagnolo.
La spesa da tagliare è la spesa improduttiva, la spesa corrente, la spesa che non produce nuovi investimenti e nuova ricchezza ma si limita a redistribuire la ricchezza esistente. Servono tempi necessariamente medio-lunghi per simili riforme e servono altresì capitali importanti per investimenti pubblici di spesa che rilancino gli investimenti.
Per questo si sta facendo finalmente strada l’idea che dei project bond che possano essere effettivamente “concessi” dalla Germania in cambio di garanzie che le riforme si facciano sul serio e non si torni ad una situazione ex ante.
Il governo Monti, però, sta dimostrando di essere sostenuto ma anche di essere fortemente condizionato dalla ‘vecchia’ classe politica. Come è apparso chiaro con la triste vicenda delle mancate “liberalizzazioni” di ordini professionali, tassisti, farmacie, banche e assicurazioni e ancor più con la vicenda, che ormai sfiora il ridicolo, del taglio dei costi della politica.
E la nomina del supertecnico Bondi, ne è la riconferma. Un ‘capro espiatorio’ per uscire dalle grinfie della politica che sta sempre di più condizionando le scelte governative.
Noi del ‘Centro Studi Economico e Finanziario ESG89’ che osserviamo quotidianamente le dinamiche delle Pmi, avvertiamo che lo stimolo alla crescita in Italia, però, non può arrivare solo dalle auspicate positive decisioni dell’Europa sugli eurobond. Bisognerebbe avere anche una rinnovata audacia. Tagliare drasticamente le imposte sulle imprese che assumono e applicare ‘tolleranza’ zero agli evasori. Se infatti la quota di evasione è stimata in circa 300mld di euro (15-20% del PIL) è anche vero che la pressione fiscale diretta e indiretta sta spingendo molti imprenditori a ‘mollare’. Un patto che riporti in primo piano la fedeltà fiscale a fronte di una forte diminuzione delle imposte deve essere assolutamente sottoscritto.
Un’aliquota impositiva (complessiva) del 35-37% non darebbe alibi all’evasione e all’elusione. Rimetterebbe in campo la voglia di intraprendere. Se poi, a fronte di questo chiaro taglio impositivo, si venisse a ‘pescare’ un’attività che dolosamente non emette scontrini o fatture, allora la misura non può essere solo quella del ‘recupero’ incerto e dispendioso dell’evaso, ma quella della chiusura immediata dell’attività.
Tutti gli imprenditori onesti sarebbero d’accordo. Provi a stupirci Presidente Monti!
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