Grandi apprezzamenti per il progetto europeo “Emma”, curato da Sviluppumbria e dedicato all’imprenditorialità femminile, sono stati espressi dai rappresentanti dal Ministero dello Sviluppo economico e della Banca d’Italia, nel corso di una conferenza che si è tenuta nei giorni scorsi a Milano.

Organizzata dal Parlamento Europeo e dal Ministero Sviluppo Economico, la conferenza “Imprese che resistono: strumenti e finanza per l’imprenditoria femminile” ha visto la partecipazione di Mirella Ferlazzo, direttore generale Imprese e Internazionalizzazione e Presidente del Tavolo per l’internazionalizzazione delle imprese femminili, coordinato dalla Graziella Rivitti, direttore della Comunicazione del Ministero per lo sviluppo economico, che ha affrontato la tematica “storica” sulle difficoltà di credito delle imprese femminili.

Sono intervenuti rappresentanti di Banca d’Italia, Consob, Abi, Mediocredito Centrale, Università Bocconi, il “Cug” Comitato Unico di Garanzia ex Comitato Pari Opportunità, il presidente dell’Ente nazionale per il Microcredito Mario Baccini ed altri che hanno presentato e comunicato nuove e precedenti iniziative sulla materia. E proprio la rappresentante della Banca d’Italia ha sottolineato come Sviluppumbria sia stata l’unica Società di sviluppo economico a partecipare ed ha ringraziato per la collaborazione spesa a favore della ricerca presentata sulla imprenditoria femminile.

Concludendo i lavori, il direttore Generale del Ministero dello Sviluppo Economico e presidente del Tavolo per Internazionalizzazione, Mirella Ferlazzo, ha dichiarato che il progetto Med “Emma”, proposto e sviluppato da Sviluppumbria, ha trattato la materia come esempio di concretezza “estesa” non soltanto territoriale, ma europea per il supporto alla creazione e sostegno al consolidamento imprenditoriale anche attraverso la costituzione della Rete per la internazionalizzazione delle imprese femminili Emma.Net. “Il progetto - ha affermato Ferlazzo - è un esempio di ascolto, di informazione e di trasmissione delle opportunità imprenditive”.

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