di Stefano Vinti.

Ha del surreale la proposta dei renziani al governo Conte di abrogare la 'quota cento' e inserire una manciata di milioni risparmiati nella manovra economica.
Quindi,per lor signori è giusto mandare i lavoratori in pensione a 70 anni (ovviamente quelli che sopravvivono) e allungare all'infinito la vita lavorativa, bloccando l'indispensabile tur-over, e continuare a costringere tanti nostri ragazzi ad accontentarsi di lavoretti precari o ad emigrare.
Una proposta che la dice lunga su che idea di società hanno in testa i renziani, socialmente ferocemente gerarchizzata e immutabile che condanna i giovani ad accontentarsi di qualsiasi lavoro e i meno giovani ad una vita lavorativa infinita.
Una proposta indecente, culturalmente, socialmente e politicamente.
La giusta operazione da fare sarebbe esattamente il contrario: abrogare l'insostenibile e iniqua legge Fornero, e predisporre una riforma pensionistica che consenta alle donne di lascire il lavoro a 50 anni, visto che si accollano il lavoro di cura non retribuito, agli uomini a 55 anni,con finestre particolari per chi ha svolto lavori usuranti, garantire una pensione minima a tutti i cittadini ed elevare le pensioni minime.
Quindi, invece che allungare la vita lavorativa, è urgente diminuirla, anche con la riduzione settimanale dell'orario di lavoro a 32-35 ore, per ammortizzare gli effetti dello sviluppo tecnologico sui processi produttivi e quindi sulla diminuzione del lavoro umano necessario per unità di prodotto, nonchè per consentire l'ingresso nel mondo del lavoro con dignità e i diritti, a milioni di giovani.
Se si vuol fare qualche riforma efficace: abrogare la Fornero e 'lavorare meno lavorare tutti'.

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