La Giunta regionale si esprima “rispetto alla necessità di avviare un'indagine conoscitiva sull'intero territorio regionale, di concerto con le Aziende sanitarie e ospedaliere, per verificare l'eventuale presenza di pazienti interessati dall'assunzione di farmaci ormonali in misura sconsiderata o non necessaria, promuovendo opportune forme di consultazione in favore delle famiglie che sospettano di essere state danneggiate a seguito di questa o di altre vicende”. Lo chiede il capogruppo di Rifondazione comunista – Fds a Palazzo Cesaroni, Damiano Stufara, con una interrogazione rivolta all'Esecutivo di Palazzo Donini a cui prospetta anche l'eventualità di “costituirsi parte civile nel caso in cui si proceda, da parte delle autorità competenti, al rinvio a giudizio delle persone coinvolte, qualora emergessero danni alla salute dei cittadini umbri”.

 

Stufara spiega che “il 18 ottobre si è appreso a mezzo stampa dell'indagine denominata 'Do ut Des', condotta dai Carabinieri del Nas coordinati dalle procure di Rimini e di Busto Arsizio, che vede coinvolti 67 medici, principalmente pediatri ed endocrinologi, operanti in strutture private e pubbliche, e 12 dirigenti ed informatori della casa farmaceutica Sandoz. Stando alle ricostruzioni degli inquirenti, che ipotizzano i reati di associazione per delinquere, corruzione, istigazione alla corruzione, truffa ai danni del servizio sanitario nazionale e falso, i medici indagati avrebbero proceduto alla prescrizione ed alla somministrazione di cure ormonali non necessarie a bambini di ogni età, in cambio di denaro, di beni strumentali o di vacanze da parte della suddetta casa farmaceutica. Tra i medici indagati risultano anche tre residenti in Umbria, che sono stati oggetto di perquisizioni nelle loro residenze”.

 

Il consigliere regionale riferisce che “la Asl 2 ha reso noto che non risultano coinvolti professionisti in capo all'Azienda, mentre da parte dell'Asl 3 è stata avviata un'indagine interna, dalla quale risulterebbe la presenza di almeno un paziente sottoposto alla somministrazione dei farmaci della Sandoz finiti sotto accusa. La gravità delle ipotesi di reato, che suscitano preoccupazione e sdegno nella popolazione rispetto all'eventualità che qualcuno possa aver lucrato sulla salute di bambini, pone l'esigenza di accertare, fra la popolazione regionale, la presenza di vittime di questo sistema di corruzione, che rischia di minare i presupposti stessi della fiducia che i pazienti e le famiglie devono poter nutrire verso i medici curanti e il servizio sanitario nel suo complesso”.

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