di Aurora Caporali

PERUGIA - Presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Unipg il Corso di Laurea in Lingue Straniere è stato recentemente colto da prematura, inaspettata, nonché imposta eutanasia..

Il Nucleo di Valutazione d'Ateneo ha deciso, non si sa esercitando quale barbarica ratio, di considerare l'abbinamento di due lingue come un curriculum tagliando quindi l'offerta formativa dell'80%: non si possono creare tanti corsi per quanti sarebbero i possibili abbinamenti di lingue poiché non basterebbero mai i professori (i requisiti ministeriali sono inflessibili).

Il problema di fondo qual'è?
Che questa interpretazione “due lingue=corso di studi” è una caratteristica prettamente perugina: nessun Ateneo italiano, infatti, ha deciso di praticare questa via lasciando quindi gli studenti liberi di scegliere il percorso di studi a loro più congeniale.
A nulla è valsa la risposta del Ministero stesso che lasciava ampi margini: il Nucleo di Valutazione d'Ateneo decide di tagliare i corsi.

Le immediate conseguenze: persi più della metà degli iscritti alla Facoltà, mortificazione di docenti e studenti che si trovano ad insegnare e a frequentare un corso di studi completamente depauperato delle proprie caratteristiche e potenzialità.
Sembra ormai un miraggio il ricordo del rinomato corso di lingue dello Studium perugino quando su facebook appare un reclutamento di forze studentesche atte all'offensiva contro i responsabili di tale scempio: l'associazione UP-Universitari Progressisti assolda tra le sue fila e tra quelle dei docenti del corso di Lingue studenti e sostenitori per un eventuale ricorso al TAR di cui ancora non si delineano definitamente le effettive attuazioni...

Aspettiamo con pazienza, anche se, già da quest'anno il calo delle iscrizioni, motivato dall'offerta formativa così “umiliata e offesa”, si fa sentire in tutta la sua disarmante gravità.
 

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