Stop glifosato: anche la regione Umbria deve intervenire.
Lanciato la scorsa estate dall’Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica e da Firab (Fondazione Italiana per la Ricerca In Agricoltura Biologica e Biodinamica) e sottoscritto da 34 associazioni ambientaliste e dell’agricoltura biologica, il manifesto “Stop Glifosato” ha già raggiunto due importanti obiettivi: il primo riguarda l’invito della Commisione Ue a non rinnovare l'autorizzazione all'utilizzo dell’erbicida in scadenza a giugno di quest'anno; il secondo consiste nella posizione italiana, espressa dai tre ministri Martina, Lorenzin e Galletti che hanno annunciato l'orientamento contrario dei loro ministeri alla riconferma dell'uso della sostanza in ambito europeo.
Resta aperta la questione in casa nostra e per tale motivo la coalizione umbra rappresentata da FAI, Italia Nostra, ISDE – Medici per l’ambiente, Legambiente, Lipu, Slowfood, WWF, AnaBio, Cia, Comitato umbro acqua pubblica, Greenpeace, MdC, chiede alla Regione di rimuovere il prodotto da tutti i disciplinari di produzione che lo ammettono e di escludere da qualsiasi premio le aziende che ne facciano uso evitando così di promuovere un prodotto cancerogeno.
In occasione della Giornata mondiale della Salute che si è celebrata proprio ieri 7 aprile, le associazioni unite per la messa al bando del pesticida più utilizzato al mondo, sottolineano ancora una volta la necessità di applicare il principio di precauzione in nome della tutela della salute pubblica perché i cittadini vogliono vivere in un mondo più pulito e più sano, a dispetto degli interessi delle grandi lobby.
L’utilizzo del glifosato in Italia. È presente in 750 formulati tra i quali il Glinet® e il Roundup®, ed è il diserbante collegato alle sementi geneticamente modificate (OGM) di mais, soia e cotone il cui Dna è stato manipolato da Monsanto per resistere al suo diserbante commercializzato, appunto, sotto il nome di Roundup® e definito dalla ditta produttrice "ecologico e biodegradabile".
L'Italia è uno dei maggiori utilizzatori di questo pesticida, che è addirittura incluso nel Piano Agricolo Nazionale (PAN) per l'uso sostenibile dei fitofarmaci. Questo comporta che tutti i Piani regionali per lo Sviluppo Rurale, finanziando nella misura 10 l'agricoltura integrata e conservativa, ne premieranno l'uso. In assenza di un intervento deciso ci troveremo difronte ad un gran paradosso: promuovere l'uso sostenibile di un prodotto cancerogeno.
Oltre che in agricoltura, l’erbicida è ampiamente impiegato da Comuni e Provincie per la pulizia delle strade, dalle ferrovie per quella dei binari ed è presente anche in prodotti da giardinaggio e per l’hobbistica.
Secondo un rapporto dell'ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) del febbraio 2015, il nostro Paese è il maggiore consumatore tra quelli dell'Europa occidentale di pesticidi per unità di superficie coltivata, con valori doppi rispetto a quelli della Francia e della Germania. Molto alto anche il numero delle sostanze di cui si trovano importanti tracce nelle acque: 175 tipologie di pesticidi nel 2012 a fronte dei 166 del 2010 e di 118 del biennio 2007-2008. E le sostanze che più spesso hanno determinato il superamento sono il glifosato e i suoi metaboliti, il metolaclor, il triciclazolo, l'oxadiazon, la terbutilazina.
Le ricerche scientifiche. Lo IARC (International agency for research on cancer, Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro interna all’Organizzazione Mondiale della Sanità) ha classificato il glifosato come "probabile cancerogeno umano" dichiarando inoltre che "esistono prove convincenti in grado di dimostrarne la cancerogenicità negli animali di laboratorio....Il glifosato, infine, causa danno al DNA e ai cromosomi nelle cellule umane..."
Anche uno studio pubblicato su The Lancet Oncology, dopo tre anni di ricerche coordinate da 17 esperti in 11 paesi, ha rivelato una forte correlazione epidemiologica tra l’esposizione al glifosato e il linfoma non-Hodgkin, in aggiunta ai già noti aumenti di ricorrenza di leucemie infantili e malattie neurodegenerative, Parkinson in primis.
Pareri contrastanti: IARC vs EFSA. Se un anno fa l’OMS, tramite lo IARC, aveva classificato il glifosato come "probabilmente cancerogeno per l'uomo", parere opposto ha dichiarato l'EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare a cui l’UE aveva commissionato l’indagine scientifica), sostenendo che "è poco probabile che la sostanza sia tossica per il Dna o aumenti il rischio di cancro negli uomini". Il parere dell'EFSA è stato contestato oltre che dallo stesso IARC, da una rilevante parte del mondo scientifico internazionale e dalle organizzazioni non governative europee impegnate nella difesa dei consumatori e dell'ambiente. L’accusa all’Autorità europea è di non aver tenuto in considerazione numerosi studi scientifici pubblicati da riviste internazionali, ma di essersi basata essenzialmente su studi in gran parte mai pubblicati, o su dati forniti principalmente dalle stesse multinazionali che producono e commercializzano il glifosato.
Gli ultimi risvolti. In assenza di un consenso scientifico sul tema della pericolosità del prodotto chimico per la salute umana, è intervenuta la Commissione Ambiente dell'Europarlamento che ha approvato la proposta del socialdemocratico Pavel Poc accogliendo l’invito rivolto alla Commissione Ue a non rinnovare l'autorizzazione all'utilizzo del glifosato in scadenza a giugno di quest'anno ma soprattutto a commissionare una valutazione scientifica indipendente sulla sostanza e divulgare tutti i dati che l’EFSA ha utilizzato per la sua valutazione. La proposta, approvata a larga maggioranza verrà votata in aula nella sessione dell'11-14 aprile e avrà senz'altro un importante peso sia sul voto del Parlamento sia sul parere che il Comitato fitosanitario, composto da esperti nominati dagli Stati membri esprimerà a maggio.
La Commissione UE, gli Stati Membri, i Governi e le Regioni hanno prima di tutto la responsabilità di proteggere la salute dei cittadini adottando il principio di precauzione. Ne sono fermamente convinte le associazioni firmatarie del manifesto Stop Glifosato che continueranno a vigilare e a organizzare azioni in attesa delle successive scadenze a livello europeo.
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