Stop alle energie rinnovabili. Grave rischio per l'Umbria
PERUGIA - In merito alle posizioni assunte da alcuni esponenti del Governo Monti sulla drastica riduzione degli incentivi per le fonti rinnovabili, gli Ecodemocratici dell’Umbria manifestano una posizione ferma e decisa di contrarietà. “Se le scelte annunciate fossero confermate – afferma il coordinatore regionale Maurizio Staffa – ciò comporterebbe un colpo gravissimo oltre che per l’economia nazionale anche per quella umbra che nelle fonti rinnovabili annovera ormai esperienze altamente innovative di aziende leader nazionali quali, per citarne alcune, il Gruppo Terni Energia, il Gruppo Angelantoni, Ecosuntek, Genera.“
Non possono ricadere sulle rinnovabili gli errori strategici di quei governi che negli anni hanno continuato a puntare colpevolmente sulle fonti fossili o addirittura sul nucleare. Mentre si lamenta l’eccessivo onere degli incentivi alle rinnovabili si trascura di ricordare come negli ultimi anni siano state realizzate centrali termoelettriche con una potenza complessiva di 22.000 Megawatt con investimenti complessivi superiori ai 25 miliardi di Euro e che attualmente funzionano solamente per un quarto della loro potenzialità. Da ciò si deduce dove siano le vere ragioni dello spreco unitamente agli oneri del cosiddetto Cip6 (contributi alle compagnie petrolifere) tuttora vigenti, per non parlare delle distorsioni indotte da meccanismi di determinazione del prezzo energia in bolletta sulla base del costo sostenuto dalla centrale meno efficiente nonché altri balzelli vari.
“Tutto ciò – continua Staffa - rischia di vanificare gli sforzi degli imprenditori e delle Istituzioni umbre che hanno visto nella green economy una leva importante di sviluppo duraturo idonea a perseguire gli obiettivi comunitari del pacchetto clima 20-20-20”. A tale riguardo è bene ricordare come in Umbria ad oggi siano in esercizio impianti fotovoltaici per 230 Megawat di potenza.
“Vorremmo – conclude Staffa – che il Ministro Passera rispondesse a queste nostre domande: qual sarebbe l’ammontare della sanzione nel caso di non raggiungimento degli obiettivi del pacchetto clima? Come si spiega inoltre che paesi come la Germania, pur potendo contare su risorse fossili proprie e un significativo piano nucleare, si siano posti l’obiettivo di cambiare rotta in modo da raggiungere la copertura del fabbisogno energetico all’80% con energie rinnovabili?
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