PERUGIA - 53 anni, imprenditore edile eugubino, Stefano Pierotti è stato eletto nei giorni scorsi presidente di Cna Costruzioni della provincia di Perugia. Iscritto alla Cna da tempo, ricoprendo anche la carica di presidente di Gubbio, Pierotti ha raccolto l’unanimità dei consensi nel corso dell’affollata assemblea della categoria.

“Il settore delle costruzioni sta pagando il prezzo più duro della crisi economica – dichiara il neo presidente - con una diminuzione media delle commesse e dei fatturati che supera il 50%. Gli effetti peggiori si stanno dispiegando proprio in questi mesi. Gli ordinativi sono crollati, le banche, nonostante i pronunciamenti contrari, hanno chiuso da tempo i rubinetti del credito alle imprese, mentre è sempre più difficile riscuotere quelli maturati soprattutto nei confronti della pubblica amministrazione. Il settore delle costruzioni ha rappresentato il motore trainante dell’economia locale per molti anni. Ricordiamo che nella nostra regione operano circa 9mila imprese del settore che danno lavoro ad oltre 30mila persone, assicurando livelli qualitativi di eccellenza tanto nell’esecuzione di nuove opere che nelle manutenzioni”. Per contrastare il rischio di default di un intero sistema economico territoriale Pierotti lancia le parole d’ordine della Cna. “Chiediamo che, così come avviene in molte altre regioni, si adottino misure volte a salvaguardare le imprese locali. L’Umbria – afferma Pierotti – è diventata una vera e propria terra di conquista per imprese provenienti da altri territori che trovano terreno fertile soprattutto laddove le gare vengono assegnate con il criterio del massimo ribasso o con la cosiddetta ‘media mediata’. Si potrebbe privilegiare – continua Pierotti –l’introduzione del cottimo fiduciario, oppure procedere con la trattativa privata per lavori di importo inferiore ai 500mila euro. E non ci si accusi di voler fare una politica protezionista: in un periodo tanto difficile crediamo sia giusto trovare forme di tutela per quelle imprese che non si limitano ad operare in Umbria, ma che nella regione versano anche i tributi, contribuendo alla tenuta del sistema regionale”.

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