Un voto dopo l’altro stanno franando i palazzi dei grandi edifici politici conservatori e progressisti che avevano garantito dal dopoguerra oltre mezzo secolo di sviluppo democratico e fra le macerie avanza un populismo nazionalista che non offre un progetto, ma soltanto uno sfogo immediato al risentimento dei dimenticati e degli sconfitti dalla globalizzazione. Nessuno sa come uscire da questa crisi e tantomeno coloro che l’hanno provocata. Le trovate dell’estemporanea presidenza di Juncker sono sfociate in un Libro Bianco sul futuro dell’Europa che fotografa con esattezza l’encefalogramma piatto della commissione europea di fronte alle sfide in corso (da Micromega 5/2017 - “Europa e Usa: democrazia a rischio”)

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