Spur città etrusche/ Presentato il progetto di candidatura al patrimonio Unesco
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PERUGIA - Ieri pomeriggio, nel corso di un incontro tenutosi nella sala Rossa di palazzo dei Priori, è stato presentato ufficialmente ai rappresentanti delle città coinvolte il progetto di candidatura al patrimonio Unesco “Spur, città etrusche”. Un progetto che trae origine proprio dalla parola etrusca “spur”, ossia città.
All’evento erano presenti, tra gli altri, oltre al sindaco Andrea Romizi ed all’assessore Teresa Severini, i rappresentanti dei Comuni di Arezzo, Orvieto, Marzabotto e Volterra, nonché i membri del comitato scientifico, ossia i Professori Mario Torelli, Paola Falini e Lucio Fiorini.
“E’ davvero un grande piacere per il Comune di Perugia – ha sottolineato in apertura l’assessore perugino alla cultura Teresa Severini – essere oggi qui tutti insieme per dare il via a questo progetto ambizioso che consentirà di valorizzare lo straordinario patrimonio culturale che accomuna le città partecipanti. La soddisfazione è ancora maggiore, in questo caso, perché stiamo riuscendo con “spur, città etrusche” a dare una visione completa di una rete diffusa”. L’assessore Severini ha anche voluto ringraziare i componenti del comitato scientifico per l’impegno continuo profuso fino a questo momento per sviluppare un’iniziativa tanto importante e che parte ufficialmente con la prima riunione organizzativa.
Anche il sindaco Andrea Romizi ha affermato di credere molto in questo progetto sul quale l’Amministrazione comunale sta lavorando da tempo e sul concetto di identità etrusca che accomuna le città coinvolte e che rappresenta un risorsa sia per lo sviluppo turistico che culturale delle città. La particolarità, ha tenuto a precisare il sindaco, è che il progetto ha per ognuno dei territori coinvolti un significato speciale e diverso.
Spazio poi al prof. Torelli per l’illustrazione del progetto da lui definito “non semplice” perché ricomprende territori facenti parte dell’intera Etruria, compresa quella padana. Le città coinvolte – ha spiegato il Professore – sono otto. Innanzitutto Perugia per la sua cinta muraria unica e “inedita”; e poi Orvieto, sede del cosiddetto “santuario federale” di Campo della Fiera, Veio (nell’attuale Comune di Formello) la cosiddetta città del sacro.
Si prosegue con Gravisca, l’antico porto etrusco del Comune di Tarquinia, Populonia (nel Comune di Piombino) città rinomata per la produzione del metallo, Volterra con la sua straordinaria acropoli che fu sede di ben sei templi, Marzabotto, la città etrusca pianificata, per finire con Arezzo: la città toscana, che è stata quella più selvaggiamente distrutta dagli eventi del medioevo e moderni, conserva tuttavia in periferia, in località Castelsecco, un complesso tempio-teatro etrusco unico nel suo genere.
Queste le otto città che si apprestano ad intraprendere il “viaggio” per ottenere l’iscrizione al patrimonio dell’Unesco. In relazione a ciò la dott.ssa Falini ha sottolineato che la candidatura potrà ottenere il successo solamente se vi sarà il sostegno convinto delle Amministrazioni delle città coinvolte, chiamate a fare rete. Falini ha poi illustrato gli adempimenti richiesti dall’Unesco: in particolare la presentazione dei documenti, ossia dossier di candidatura e piano di gestione del sito.
Quanto ai prossimi step, il primo appuntamento sarà con la definizione di un accordo tra le Istituzioni partecipanti, poi andrà costituito un gruppo di lavoro “amministrativo” con un rappresentante per ciascuno degli enti coinvolti; si procederà poi alla raccolta dei documenti necessari per la presentazione dei due dossier citati con conseguente approvazione da parte dei Comuni partecipanti. L’obiettivo è di riuscire a presentare la candidatura entro il 31 gennaio del 2019.
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