PERUGIA - Da una parte c'è la “situazione critica”, “quasi drammatica” che sta vivendo il Paese, con gli anziani che subiscono ancora più duramente le conseguenze di questa condizione e con un Governo che “non solo non contrasta questo stato di cose, ma con i suoi provvedimenti continua ad aggravare la situazione”. Dall'altra c'è un'Umbria che “non cresce da 10 anni”, in cui imperversano “cassa integrazione e precariato” e che “se non si dà una svegliata, rischia di avvicinarsi sempre più alle regioni del Sud del Paese”.

E' un quadro molto preoccupante quello descritto dallo Spi Cgil dell'Umbria che oggi ha tenuto una conferenza stampa a Perugia proprio per denunciare la condizione sempre più difficile che stanno vivendo le anziane e gli anziani nel Paese e in Umbria. Il sindacato dei pensionati (71mila iscritti nella regione) ha allora deciso di rivolgersi direttamente a tutte le cittadine e a tutti i cittadini umbri, con una lettera aperta che sarà pubblicata in questi giorni sulla stampa locale.

“Ci rivolgiamo a tutti per lanciare il nostro appello al cambiamento – spiega Graziano Massoli, segretario generale dello Spi Cgil dell'Umbria - Il Berlusconismo e il Governo devono liberare il campo, perché stanno provocando enormi guasti ed è auspicabile un ricambio della classe dirigente per assumere la responsabilità di governo del nostro Paese”. In particolare Massoli - affiancato in conferenza stampa dagli altri componenti della segreteria regionale dello Spi umbro: Roberta Perfetti, Paolo Del Caro, Petronilla Ialacci e Maurizio Ceccarani – ha ricordato la “scellerata decisione di tagliare il Fondo nazionale per la non autosufficienza” che in Umbria interessa 20mila cittadini, non solo anziani. Poi, ci sono i tagli ai servizi pubblici e agli enti locali che rischiano di avere “pesanti ripercussioni sulle famiglie e sulle comunità locali perché i Comuni non potranno più fare welfare”.

Ma lo Spi dell'Umbria, come detto, guarda con preoccupazione anche al livello regionale: “La Regione Umbria deve darsi una svegliata sul confronto con i sindacati dei pensionati e sulle riforme – afferma ancora Massoli – c'è un programma che condividiamo e che va portato avanti a partire dalle riforme endoregionali, dalla sanità, dalle semplificazioni, dalla riduzione degli sprechi. Chiediamo alla giunta Marini di dare una scossa perché l'Umbria non può più aspettare”.

In particolare, lo Spi Cgil dell'Umbria chiede che si arrivi al più presto all'attuazione del Prina (Piano regionale integrato non autsufficienza), che è “fermo da due anni e mezzo, con 30 milioni di euro di risorse disponibili e non spese”.

Spiega Paolo Del Caro, segretario regionale Spi: “Questi fondi erano destinati alle politiche per la nonautosufficienza fino al 2011, ma siamo in grande ritardo. Inoltre, dall'anno prossimo con il taglio da parte del Governo del Fondo nazionale, ci saranno solo 4 milioni di euro messi a disposizione dalla Regione. Praticamente nulla se si pensa che nel nostro territorio regionale ci sono 2.280 posti letto per non autosufficienti, praticamente già completi, da mantenere. Perciò, è fondamentale che il Governo ripristini il fondo nazionale e che la Regione attui il Prina e metta le risorse a disposizione delle famiglie. Non vorremmo invece – conclude Del Caro – che vista la crisi pesante e le difficoltà degli enti locali per i tagli lineari del Governo, qualcuno pensi di utilizzare quelle risorse per altre scopi. Questo noi non lo accetteremmo in nessun modo”.

Lo Spi Cgil rivolge poi lo sguardo anche verso le nuove generazioni: “Riteniamo assolutamente necessario – sottolinea ancora Massoli - che la Regione vari un piano straordinario per il lavoro giovanile per il quale anche i pensionati, ognuno secondo le sue possibilità e insieme a tutti gli altri soggetti economici, istituzionali e sociali, sono disposti a fare la propria parte”.

Infine, un passaggio specifico sulla “questione morale”. “Noi crediamo – conclude Graziano Massoli - che sia assolutamente necessario che chi è toccato dalla questione morale faccia un passo indietro. Questo dovrebbe valere soprattutto a livello nazionale dove gli scandali sono all'ordine del giorno, ma l'Umbria deve comunque dare l'esempio. E in questo senso crediamo che il comportamento tenuto dall'ex assessore alla Sanità Riommi andrebbe seguito da tutti”.

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