"Voglio dare un messaggio di determinazione e fiducia: non sottovaluto le difficoltà ma ci sono le condizioni per guardare con fiducia alla fase che si sta aprendo", ha dichiarato il ministro della Salute, Roberto Speranza, durante l'informativa alla Camera dei Deputati. "Nel secondo trimestre arriveranno 50 milioni di vaccini e Pfizer anticiperà alcuni milioni di dosi che per l'Italia significano circa 7 milioni. Questo ci mette nelle condizioni di completare la vaccinazione nelle fasce piu a rischio. Vaccinare i più anziani è giusto e tutte le regioni devono attenersi a queste indicazioni".

"Ci sono stati degli errori nelle negoziazioni europee ma fare da soli non sarebbe stato meglio - ha sottolineato il ministro -. Comprare i vaccini insieme è stato giusto a livello europeo. Ora stiamo rafforzando la capacità italiana di produrre vaccini a partire da quello di Reithera".

"In questa lotta contro il tempo è fisiologico che dopo milioni di inoculazioni l'utilizzo di un vaccino possa essere rimodulato, e ciò è necessario per un principio di precauzione. AstraZeneca, come tutti gli altri, è efficace e sicuro e salva la vita delle persone, come dimostrano i risultati sul campo in Gb. Ci sono stati ritardi inaccettabili nelle consegne che ci servono". E in merito al vaccino J&J, "l'auspicio è che presto ci possano essere elementi di chiarezza che ci permettano di iniziare ad utilizzare un vaccino che sarà importante per la nostra campagna vaccinale, essendo monodose". 

"L'ultimo monitoraggio dopo 4 settimane di misure severe, segnala che le terapie intensive sono ancora al 41% di occupazione: è un dato che dovrebbe far riflettere chi dice che abbiamo adottato misure troppo severe. Dobbiamo ascoltare il grido d'allarme dei medici che non possono essere lasciati solo in trincea. Dobbiamo essere tempestivi nelle chiusure quando serve e abbiamo il dovere di costruire una road map per l'allentamento delle misure sempre approvate all'unanimità dal Cdm".

"Sulle terapie intensive dobbiamo ascoltare il grido di accorato allarme che ci viene dai nostro medici: non possiamo continuare a chiamarli eroi e poi fare il contrario di quello che ci chiedono, mettendoli in trincea da soli a combattere negli ospedali".

"I tempi delle decisioni nel contrasto al virus sono determinanti: dobbiamo essere tempestivi nelle chiusure quando serve e non sbagliare tempi e modi delle riaperture per non vanificare i sacrifici fatti. Certo va data risposta alle preoccupazioni degli italiani e alla crescita delle nuove povertà, alle difficoltà di imprese e lavoratori ma non esistono risposte semplici e problemi complessi con un alto numero di variabili". 

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