Incontro preparatorio al Congresso nazionale della categoria che si terrà a Matera. Ribadite le competenze dei professionisti nello sviluppo di città a misura di uomo

(AVInews) – Perugia, 31 ott. – Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili. Questo prevede l’obiettivo 11 ‘Città e comunità sostenibili’ fissato dalle Nazioni unite nell’Agenda 2030. E a questo fine i dottori agronomi e forestali si sono impegnati ad approfondire su come con le loro competenze possono contribuire al raggiungimento dei target fissati dalle Nazioni Unite. Sono stati gli stessi professionisti umbri a ribadirlo nel corso del convegno organizzato a Perugia, mercoledì 30 ottobre, in preparazione del Congresso nazionale della categoria che si terrà a Matera dal 7 al 9 novembre.

Le competenze degli agronomi. “L’appuntamento di Perugia – ha commentato Francesco Martella, presidente della Federazione Ordini dei dottori agronomi e forestali dell’Umbria – è servito per fare il punto su gli obiettivi complessivi di Agenda 2030 e la connessione con le competenze proprie dei dottori agronomi e dottori forestali, competenze di tipo multidisciplinare: dalla pianificazione territoriale, alle competenze botaniche, idraulico agrarie, chimiche oltre a quella di natura agronomica ed economica”. “Noi – ha spiegato Stefano Villarini del Consiglio nazionale Ordine dei dottori agronomi e dottori forestali – siamo professionisti altamente competenti e strutturati per la progettazione territoriale, per questo ci mettiamo a disposizione di enti e istituzioni. Tra una settimana, al nostro congresso, non a caso faremo un focus specifico sul verde pubblico che è per noi un elemento fondamentale per la vita e la resilienza all’interno delle città”.

Cosa è Agenda 2030. L’evento ha visto anche la partecipazione di Francesco Pennacchi, ordinario di Economia ambientale all’Università degli studi di Perugia. “Agenda 2030 – ha spiegato il professore – è la strategia delle Nazioni unite, fissata nel 2015, con 17 obiettivi per concorrere alla sostenibilità delle risorse naturali, all’equità tra le persone e alla democrazia. I Paesi membri che hanno sottoscritto questo protocollo si sono impegnati a raggiungere entro il 2030 gli obiettivi prefissati. L’Italia è in una situazione di chiaro scuro: l’obiettivo più distante da raggiungere riguarda l’eguaglianza di genere tra uomini e donne mentre siamo messi meglio, per esempio, sugli impatti ambientali. Insomma, c’è ancora molto da fare”.

La sostenibilità nella visione cristiana. Molto interessante anche l’intervento di padre Enzo Fortunato, direttore della sala stampa del Sacro Convento di Assisi, che nel suo intervento ha spiegato l’approccio francescano ai temi della sostenibilità incentrando il suo intervento sull’integralità nella progettazione, ovvero avere una relazione integrale con l’ambiente, uno sviluppo integrale con le città e un coinvolgimento integrale con istituzioni e popolazioni. Inoltre, ha messo in risalto la straordinarietà del messaggio contenuto nell’enciclica Laudato sì di papa Francesco, dove per la prima volta il valore della terra è elevata al valore dell’uomo.

Gli interventi. All’incontro sono intervenuti anche Guido Marino, ingegnere di Tps-Pro, sul Piano urbano di mobilità sostenibile della città di Perugia ei principi della progettazione della mobilità sostenibile, la dottoressa agronoma Chiara Paffarini sul tema degli orti urbani e il dottore agronomo Luigi Nasini, che ha fatto un excursus sui principi della progettazione di comunità sostenibili.

Nicola Torrini
 

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