PERUGIA - E' attraverso le “lenti congiunte” della sostenibilità ambientale e della equità che deve muoversi lo sviluppo umano e la comprensione di questa relazione è essenziale alla crescita reale delle libertà umane odierne e future: è questo, in sintesi, quanto emerge dal “Rapporto sullo sviluppo umano 2011”, di cui si è parlato questa mattina in un incontro su “Sostenibilità ed equità: un futuro migliore per tutti”, alla Sala della Vaccara di Palazzo dei Priori.

Appuntamento organizzato, per il secondo anno, da Felcos Umbria e Undp, con la collaborazione del Comune di Perugia, della Facoltà di Scienze Politiche dell'Università e dell'Anci Umbria.

“Le grandi sfide che ci attendono oggi - ha detto Marina Ponti, direttrice per l'Europa della campagna delle Nazioni unite per gli Obiettivi di sviluppo del millennio - sono l'ambiente, l'occupazione, la coesione sociale e l'equità. Ogni soggetto istituzionale è portatore di risposte che devono avere indubbiamente un impatto locale, ma che devono ispirare i governi mondiali”. In altre parole, “pensare locale, agire globale”.

Per la direttrice non esiste più una divisione fra nord e sud del mondo e anche per questo occorre creare “nuovi modelli di sviluppo” che devono essere adottati, prima di tutto, dai Paesi più ricchi. Per Ponti i governi “non possono più procedere con politiche miopi, di breve periodo”, ma è tempo di investire e di farlo in un settore strategico qual è l'energia, intesa come “chiave di volta per lo sviluppo umano mondiale”.

Nel Rapporto, infatti, si sottolinea come “i metodi tradizionali per valutare le politiche ambientali siano insufficienti” e come sia indispensabile “integrare componenti di equità nelle politiche sull'ambiente”.

Il documento esplora nel dettaglio l'intreccio fra sostenibilità ambientale ed equità, ritenuto essenziale per la “giustizia distributiva”. Ma viene messo in luce anche un altro aspetto su cui riflettere che è rappresentato dall'esteso “degrado ambientale” del mondo e da un suo “potenziale peggioramento”.

Saluti “non formali” sono stati portati da rappresentanti istituzionali locali, a partire dal sindaco di Perugia Wladimiro Boccali per il quale servono “azioni riformiste anche radicali” per costruire nuove comunità locali che interagiscano a livello mondiale.

Per la vicepresidente della Regione Umbria, Carla Casciari “è mancata, finora, una regia sovranazionale che limitasse la forte azione del mercato globale”. E anche per l'assessore alla Provincia di Perugia Donatella Porzi “una sostenibilità non adeguata è causa di ulteriori diseguaglianze”.
 

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