Sorgenti Rocchetta:”Nuova vertenza ambientale, stop agli attingimenti”
PERUGIA - “Esiste una nuova vertenza ambientale in Umbria, da aprire per riportare in questo palazzo una controversia importante per l'intera regione. La questione che oggi riguarda le sorgenti della Rocchetta a Gualdo Tadino è la stessa che potrebbe riguardare altri concessionari che sfruttano le acque minerali umbre”. Lo hanno detto, aprendo la conferenza stampa che si è svolta oggi nella sede dell'Assemblea legislativa dell'Umbria, i consiglieri regionali del Movimento 5 stelle Andrea Liberati e Maria Grazia Carbonari.
Durante l'incontro, a cui hanno partecipato anche altri esponenti M5S come il senatore Lucidi, la deputata Ciprini, i consiglieri comunali Pietrelli (Perugia) e Troiani (Gualdo Tadino), Liberati e Carbonari hanno spiegato che “pur mancando ancora circa 7 anni alla scadenza della concessione grazie alla quale la Rocchetta preleva acqua dai pozzi di Gualdo Tadino e Nocera Umbra, è stata già presentata una richiesta di rinnovo, che però punta ad aumentare la quantità di acqua attinta ogni secondo, portandola da 16 a 40 litri”.
Per Liberati e Carbonari questo non dovrebbe avvenire, “in quanto la zona andrebbe tutelata essendo Sito di interesse comunitario ed inoltre manca la Valutazione di impatto ambientale, necessaria visto l'impatto dei prelievi idrici sull'ambiente. L'azienda che imbottiglia quell'acqua minerale versa 400 mila euro di canoni annui alla Regione Umbria, una vera miseria in confronto ai 50 milioni di euro spesi per la pubblicità. Inoltre, nonostante la legge preveda che il 20 per cento di quelle cifre debba andare ai Comuni, all'Amministrazione comunale sono stati riconosciuti in questi anni solo 16mila euro”. I consiglieri regionali di opposizione hanno rilevato poi che “la zona è gravata da usi civici e presto il Commissario per gli usi civici sarà chiamato a stabilire se le convenzioni stipulate dalla Regione per lo sfruttamento delle sorgenti siano legittime oppure meno. La stessa definizione di 'sorgenti' – hanno rimarcato – andrebbe ridiscussa, dato che l'acqua viene pompata da pozzi profondi circa 300 metri e non sgorga certo naturalmente dal suolo. L'ipotesi avallata dai dirigenti regionali in sede di conferenza dei servizi, ossia di consentire un incremento dei prelievi fino a 25 litri al secondo per poi vedere cosa succede e fare le valutazioni del caso non sembra condivisibile: studi e approfondimenti tecnici e scientifici dovrebbero avvenire prima di autorizzare un incremento degli attingimenti”.
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