Il premio per la compartecipazione dei comuni al contrasto all’evasione fiscale è stato introdotto nel 2010 dal decreto legge 78 che stabilisce come ai comuni vada riconosciuta la quota del 100% di quanto recuperato dai tributi nazionali (Irpef, Iva, Ires etc.) per la loro compartecipazione al contrasto all’evasione fiscale e contributiva.

Le cifre dell’Umbria, considerata nel suo complesso, sono in controtendenza rispetto a quanto accade a livello nazionale nella lotta dei Comuni all’evasione fiscale. Questo è il dato di sintesi che emerge da uno studio della UIL dell’Umbria che rielabora i dati del Ministero dell’interno, sintetizzati nei numeri resi noti dal Servizio Lavoro, Coesione e Territorio della UIL NAZIONALE, in materia di compartecipazione degli enti locali all’evasione fiscale e contributiva nel 2020.

Scendendo maggiormente nel dettaglio dei numeri si scopre però che sono molto pochi i Comini che hanno messo in campo le procedure anti-evasione, solo 3 su 92 comuni dell’Umbria, tutti ubicati in provincia di Perugia. In termini percentuali a ben vedere solo il 3,3% del totale, un dato inferiore al pur striminzito 3,6% italiano. Nel 2019 i comuni interessati al meccanismo di premialità erano 5, pertanto emerge un dato che denota una flessione nelle attività di contrasto alla mala pianta dell’evasione fiscale e contributiva, anche in Umbria.

Quali sono dunque questi comuni virtuosi che si sono dati da fare e che verranno pertanto ricompensati dall’Amministrazione finanziaria? In testa alla classifica troviamo San Giustino che incassa 19.488,82 euro, l’84% del totale regionale, al secondo posto c’è Perugia che riceverà 3.420 euro (15%) ed infine Marsciano con i suoi 200 euro (1%). Quali considerazioni possono essere tratte dall’esposizione di questi numeri?

Per Luciano Marini del Centro Servizi UIL Umbria, i dati sono comunque deludenti sia in Italia che nella regione Umbria, pur registrandosi qui un leggero incremento delle cifre incassate. Spiace osservare l’inerzia che si registra nei 33 comuni del ternano dove evidentemente nessun comune ha voluto contribuire agli accertamenti, o ha avuto la capacità di recuperare qualcosa, infatti la provincia di Terni è una delle 28 in Italia dove le “segnalazioni qualificate” dell’Agenzia delle Entrate sono cadute nel vuoto. Questo genera anche un danno per i cittadini che potrebbero beneficiare delle cifre riscosse da una serrata lotta all’evasione fiscale e contributiva, attraverso maggiori risorse da destinare ai servizi come anche ottenere una riduzione del proprio carico fiscale.

Per Gino Venturi, Segretario Regionale della UIL Umbria, i dati porterebbero a ritenere che non esiste evasione fiscale e contributiva e che in questo l’Umbria sarebbe addirittura tra le regioni di maggiore virtuosità. La verità è invece che i Comuni si mostrano non interessati a contrastare questo fenomeno forse anteponendo, in qualche caso, all’interesse generale al recupero di risorse da destinare ai servizi per i propri concittadini il desiderio di non crearsi problemi con i cittadini elettori. Esiste comunque un problema di organici che investe gli enti locali su cui occorrerebbe porre seriamente mano potenziando e qualificando anche i servizi tributi dei diversi Comuni. Forse sarebbe incentivante anche stabilire una correlazione tra le risorse recuperate e la possibilità di assunzione di personale dedicato. Si potrebbe avere così, vista la vastità del fenomeno, anche un significativo intervento sul versante dell’occupazione. Oltre naturalmente a rispondere ad un principio di giustizia ed equità sociale. Anche il sindacato è chiamato ad un maggiore impegno su questo versante quando discute con gli enti di organici e di organizzazione.

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