PERUGIA - Oltre 200mila persone in Umbria, lavoratrici, lavoratori, pensionate e pensionati, sono iscritti alle organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil. E questo, nonostante una stagione di crisi occupazionale lunga 10 anni che ha colpito in particolare il settore manifatturiero (-30mila addetti in Umbria), come un vero e proprio terremoto economico e sociale". Lo affermano in una nota congiunta Cgil, Cisl e Uil dell’Umbria, che commentano così le notizie uscite negli ultimi giorni sulla contrazione delle iscrizioni al sindacato.

“Contrazione contenuta e fisiologica - spiegano le tre organizzazioni - favorita anche dalla grande precarizzazione del lavoro, particolarmente accentuata nella nostra regione”. “Se solo un nuovo contratto su dieci è a tempo indeterminato - osservano Cgil, Cisl e Uil dell’Umbria - è evidente che la libertà dei lavoratori di iscriversi a un sindacato e partecipare alla sua attività è fortemente compressa”. 

Come contrastare allora la tendenza alla disintermediazione, che non fa altro che indebolire il lavoro? “Con sempre maggiore democrazia e partecipazione dei lavoratori”, è la risposta di Cgil, Cisl e Uil, che indicano nel "modello delle elezioni per il rinnovo della Rsu nel pubblico impiego, che si svolgono ogni tre anni, con un’altissima partecipazione dei dipendenti e la certificazione dei risultati (quindi della rappresentanza), un esempio da seguire anche per il privato”. 
“Perché è solo attraverso l’associazione e la partecipazione dei lavoratori che si possono migliorare le condizioni di tutto il mondo del lavoro e quindi del Paese - concludono Cgil, Cisl e Uil dell’Umbria - Questa è l’unica risposta che vogliamo dare a coloro che sperano in un indebolimento del sindacato e della rappresentanza del lavoro in Italia”. 

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