ROMA - La direttiva europea sulle cure transfrontaliere e' entrata in vigore ormai dal 5 aprile, ma la maggior parte dei siti internet istituzionali delle regioni lo ignorano. La denuncia viene da  Cittadinanzattiva/Tribunale dei Diritti del Malato che oggi ha presentato Rapporto 2013 dell'Osservatorio Civico sul federalismo in sanita'. Secondo i dati raccolti a maggio 2014, cercando il portale istituzionale dedicato alla salute, solo tre Regioni presentano informazioni esplicite online sulla direttiva, e sono Basilicata, Valle d'Aosta e Umbria. La maggior parte invece presenta informazioni su come ricevere cure all'estero facendo riferimento piu' o meno esplicitamente all'utilizzo della TEAM, il classico tesserino sanitario celeste, in caso di cure urgenti necessarie durante viaggi/studio.

Tra i punti centrali del rapporto, il prezzo dei ticket, aumentato del 9% rispetto al 2011. "Nel nuovo Patto per la Salute - dichiara Tonino Aceti, responsabile del Tdm – si interverra' sul capitolo della compartecipazione. Chiediamo che questa voce di spesa venga ridimensionata e non accetteremmo nessun passo indietro sui diritti acquisiti, come le esenzioni per malati cronici o rari, di cui si sente in questi giorni parlare".

Quanto alla possibilita' di adeguare il ticket al reddito, sottolinea "l'Isee, cosi' come calcolato oggi, e' uno strumento iniquo per la modulazione della compartecipazione perche' considera "fonti di reddito" prestazioni assistenziali come l'invalidita' civile e l'indennita' di accompagnamento". Da ridimensionare, aggiunge, anche le aliquote dell'Irap e dell'addizionale regionale all'Irpef, soprattutto nel Mezzogiorno, dove sono piu' alti per effetto degli incrementi nelle Regioni con disavanzi sanitari.

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