PERUGIA - Dal 20 Luglio 1999 il Comune di Fossato di Vico ha messo in funzione due pale eoliche che producono 1,5 Mgw di energia e fin da allora ha iniziato a lavorare per cercare di creare un vero e proprio parco eolico in grado di sfruttare al meglio le potenzialità di sviluppo che lo stesso potrebbe garantire, avviando un confronto con la Regione dell'Umbria che negli ultimi nove mesi si è fatto via via più approfondito – così in una nota il Consigliere Regionale Andrea Smacchi.

Prima della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del regolamento regionale sulle energie rinnovabili dello scorso 5 Agosto, Comune di Fossato di Vico e Regione avevano concordato sull'impianto già esistente un'eccezione in deroga sulla non idoneità che avrebbe consentito un ampliamento fino a 10 Mgw di potenza, ma inspiegabilmente e senza comunicazione alcuna, all'ultimo momento tale accordo è venuto meno e nel regolamento emanato viene di fatto resa impossibile qualsiasi possibilità di ampliamento.
A fronte delle più che legittime rimostranze del Comune di Fossato di Vico, la Regione ha riconosciuto di aver commesso un errore nella stesura del regolamento, errore che va sanato nel più breve tempo possibile, attraverso la convocazione immediata di un tavolo di confronto fra amministratori e tecnici di Comune e Regione.

Occorre – prosegue Smacchi - con solerzia, sviluppare un progetto che potrebbe consentire non solo al Comune di Fossato di Vico, ma anche a quello di Gualdo Tadino, di creare un unico parco eolico nella zona di confine fra le due città, che prevede l'interessamento dei terreni siti in località Valmare.
Le possibilità reali di produrre 20 – 25 Mgw ci sono tutte, ed in più non va sottovalutato che esiste già una centrale elettrica sopra la linea ferroviaria di Fossato di Vico in grado di assorbire e distribuire sull'intero territorio tutta l'energia che verrebbe prodotta.

Un'opportunità di sviluppo – conclude Smacchi - che non può essere affossata dalla burocrazia o da presunti quanto inspiegabili errori formali e che un territorio così duramente colpito dalla crisi come quello della fascia appenninica non può certo farsi sfuggire
 

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