La situazione della ex Sangemini (la nota di Daniele Lombardini)
"C’è una evidente drammatica coerenza da parte della Giunta regionale di centrodestra nell’affrontare le vertenze aperte in Umbria: delegittimare i tavoli ufficiali e ‘monitorare’ lo svolgersi degli eventi con incontri esclusivi con le proprietà aziendali, seppur ampiamente documentati da servizi fotografici e note stampa istituzionali pieni di sorrisi, visi distesi e strette di mano.
Un trattamento riservato, a quanto emerso ieri, anche per la ex Sangemini dal momento che, a quanto riportano le agenzie ufficiali, si sarebbe svolto un incontro tra la presidente Tesei e la proprietà del Gruppo Ami.
Un ‘monitoraggio esclusivo’, un’interlocuzione privilegiata che esclude le organizzazioni sindacali e depotenzia i luoghi reali della discussione: un atteggiamento preoccupante che sta diventando modalità operativa nella nostra Regione.
Il Partito Democratico condivide le preoccupazioni espresse dal comunicato diffuso da Fai-Cisl, Flai-Cgil, Uila-Uil e RSU. Perché non convocare il tavolo appositamente aperto presso l’assessorato di competenza? Perché insistere con queste passerelle con il rischio di strutturare, peraltro in modo volutamente ostentato, un doppio livello della trattaviva? Perché in una situazione di attesa e speranza, ma anche di preoccupazione, alimentare distanza tra proprietà e lavoratori invece di cercare il massimo della convergenza nella ricerca delle miglior soluzione per tutti? Perché istituzionalmente non massimizzare la platea di sindaci e amministrazioni locali coinvolte per condividere la rotta in una direzione utile per tutto il territorio coinvolto dalla vicenda?".
Così, in una nota, Daniele Lombardini, responsabile Lavoro Pd Umbria
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