PERUGIA - Caratteristiche, specificità e prodotti del sistema dell’informazione in Umbria e il suo rapporto con il mondo economico regionale e con le istituzioni pubbliche; gli assetti editoriali, le tv locali dopo il passaggio al digitale terrestre; l’attività delle radio; giornali locali, nuove tecnologie e nuovi media punti di forza e criticità e ruolo degli operatori. Questi i punti centrali dello studio commissionato alla Fondazione Rosselli (Istituto per l'economia dei media) dal Corecom-Umbria presieduto da Mario Capanna. Il lavoro è stato illustrato oggi da Flavia Barca, direttore dell'Istituto di Economia dei Media della Fondazione Rosselli, nel corso del convegno “Quale futuro per i media locali in Umbria? le sfide del digitale” che si è svolto stamani a Palazzo Cesaroni. Oltre alla presentazione dello studio si sono svolte anche due tavole rotonde sul tema “Nuovi modelli di sviluppo per i media locali?” e “Media, imprese e territorio”, cui hanno partecipato esperti, amministratori e studiosi (link programma:http://goo.gl/vUeZO). I lavori sono stati aperti dagli interventi del presidente del Consiglio regionale, Eros Brega e del sindaco di Perugia, Vladimiro Boccali.

Nell'introdurre i lavori, Mario Capanna ha detto che la ricerca, “la prima in assoluto mai realizzata in Umbria, ha un'obiettiva importanza. Fotografa la realtà della situazione relativa al sistema dei media; televisione, carta stampata, televisioni e radio. E quello che emerge è un quadro significativo. Vi sono, è vero, elementi di arretratezza: per la specificità della regione, è forte il radicamento territoriale dei media e quindi limitatezza, ma si può ravvisare in ciò anche delle potenzialità perché, ad esempio, proprio questa caratteristica permette di realizzare una una televisione di comunità con Cesvol e Scuola di giornalismo che potrà rendere i cittadini protagonisti della loro stessa informazione”.

Flavia Barca, illustrando la ricerca, ha parlato di “momento di grave crisi, ma anche di grandi opportunità per l'informazione locale, per i media e per le industrie della comunicazione. Questo settore rappresenta un asset fondamentale di sviluppo e un fattore di competitività. Le potenzialità del digitale e delle infrastrutture telematiche, incentivate dalla Regione, offrono un'occasione di sviluppo, ma questo è un asset che i media locali ancora non riescono a sfruttare. E ciò costituisce un problema, perché a fronte di tali potenzialità il sistema dei media perde i modelli business costituiti e non riesce a trovare nuove strade per valorizzare propria attività. Questo è un elemento chiave della ricerca, rispetto al quale la pubblica amministrazione può svolgere un ruolo essenziale, non tanto per investimenti e aiuti al settore, difficili in questa congiuntura di crisi, quanto per assicurare una salda governance del settore”.

SCHEDA. IL SISTEMA DEI MEDIA IN UMBRIA
Questi i dati salienti dello studio della Fondazione Rosselli.
PUNTI DI FORZA E CRITICITA' DEL SISTEMA DEI MEDIA UMBRI.
Settore dinamico ad alto potenziale di crescita economico/occupazionale e fattore di competitività territoriale. L'informazione territoriale continua a rappresentare un fattore strategico di pubblico servizio. Televisioni, radio e stampa locali sono al centro di una radicale trasformazione con prospettive incerte. L’offerta regionale è estremamente frammentata, fortemente caratterizzata da un punto di vista territoriale: capillare copertura, ma conseguenze negative a livello di raccolta pubblicitaria. Negli ultimi anni, alcuni cambiamenti negli assetti proprietari delle televisioni, situazioni di crisi e lo spegnimento della tv analogica, stanno mettendo a rischio la sopravvivenza del settore. Sono negative le dinamiche occupazionali, non compensate dalla domanda e offerta di nuovi media. Per quanto riguarda il pluralismo dell’informazione, spesso garantito dalle nuove testate on line, si osserva che con esse si aprono scenari nuovi di cui occorre approfondire opportunità e anche criticità. Il digital divide, inoltre, è ancora un forte limite all’accesso.
Il web e la digitalizzazione del territorio rappresentano una grande sfida, che pare essere percepita dalla maggioranza dei soggetti locali “tradizionali”, come un rischio e un processo da rallentare con tutti i mezzi disponibili. Al contrario, quando gli imprenditori del settore inizieranno a guardarlo come una opportunità sarà possibile valutarne pienamente i positivi aspetti economici e sociali.
Alla Pubblica amministrazione, in questo scenario spetta un ruolo fondamentale, non tanto dal punto di vista del supporto economico quanto come facilitatore e stimolatore di processi virtuosi.

ALCUNI DATI SUL SISTEMA DEI MEDIA. Dai primi dati emerge che il sistema dei media umbri ha un'impronta territoriale, anche se si registrano influenze dalle aree regionali limitrofe. Con il passaggio al digitale terrestre tutte le 10 emittenti televisive umbre hanno ottenuto una frequenza. Per quanto riguarda le radio la situazione è variegata, con alcune eccellenze (es. network Radio Subasio). Anche in Umbria si risente della crisi della stampa che è accentuata dai bassi indici di lettura dei quotidiani, mentre si registra un “grande fermento nel web”. La Regione Umbria è stata la prima a livello nazionale ad attuare la legge nazionale “150/2000” sulla disciplina delle attività di informazione e comunicazione (legge regionale “3/2000”). Per quanto riguarda l'attività degli uffici stampa e il lavoro in essi prestato dai giornalisti, è stato firmato nel 2012 un protocollo d'intesa da Asu (Associazione stampa umbra), Ordine dei giornalisti umbro, Anci e Upi.

REGISTRO DEGLI OPERATORI DELLA COMUNICAZIONE. Sono 213 gli operatori attualmente iscritti al Roc (Registro degli operatori della comunicazione), l'uno per cento di quelli attivi in Italia. Il 41 per cento di questi operano nel campo dell'editoria tradizionale, si arriva al 60 aggiungendo quelli che operano nella comunicazione elettronica. Il 45 per cento degli operatori è iscritto come società di capitali, seguono poi imprese individuali, associazioni e società di persone. Rispetto alla ripartizione per Province, il 77 per cento (165) operano in quella di Perugia e il 23 per cento (48) in quella di Terni.

LE EMITTENTI TELEVISIVE. In Umbria sono dieci quelle che hanno avuto l'assegnazione della frequenza con il passaggio al digitale (UmbriaTv, Tef-Channel, ReteSole, TevereTv, TeleRadio Umbriaviva, Trg, Tele Galileo, Rtua-Aquesio, TeleTerni e TeleAmbiente); gestiscono 46 canali nel digitale terrestre. La maggior parte delle emittenti attualmente operanti ha alle spalle una storia più che trentennale, con nascita tra la metà degli anni Settanta (Rete Sole nasce nel 1975) e gli anni Ottanta. Le tv umbre occupano 101 persone.
Per quanto riguarda i ricavi sono state analizzate tre società televisive che, nel 2010, hanno registrato 2,9 milioni di euro. I ricavi medi di sette società monitorate dal 2001 al 2009 variano da 500mila euro (4milioni 100mila ricavo totale) del 2001 a 900mila (6milioni 400mila ricavo totale ) del 2009. I contributi statali (legge “448/'98”) erogati a favore delle emittenti umbre nel 2010 ammontano a 704mila euro (-39 per cento su 2009 e -64 sul 2008, in quell'anno il contributo fu di quasi 2 milioni di euro). Da un'indagine condotta su 7 televisioni emerge complessivamente un peggioramento dei dati di fatturato nel 2012 mentre, nel triennio precedente, solo 2 emittenti avevano subito una contrazione di fatturato. Tutte hanno mantenuto lo stesso livello occupazionale.

LE EMITTENTI RADIOFONICHE. In Umbria sono 23 (16 nella provincia di Perugia e 7 in quella di Terni); 14 le radio commerciali (11 a Perugia e tre a Terni), otto le radio comunitarie (4 per ciascun ambito provinciale) e una informativa (Perugia). Ai questionari somministrati hanno risposto 7 emittenti radiofoniche su 23. Quattro emittenti dichiarano previsioni di fatturato peggiorative per la fine del 2012 rispetto al 2011, per 2 il fatturato sarà stabile e per una sola in calo. La situazione è dunque peggiore rispetto a quella registrata nel triennio precedente, in cui 6 emittenti dichiarano un fatturato stabile. Anche le radio comunque hanno mantenuto lo stesso livello occupazionale.

STAMPA. Per quanto riguarda la stampa, l'informazione locale è coperta da quattro testate quotidiane (due regionali-Corriere dell'Umbria e Giornale dell'Umbria, e due nazionali con pagine regionali-Messaggero e Nazione) presenti anche sul web, alcuni periodici e da una serie testate online. Il settore della carta stampata è caratterizzato da una forte ristrutturazione interna. La crisi generale della carta stampata (negli ultimi 15 anni le copie vendute in Umbria sono circa 15mila in meno) è da ricondurre alla difficile situazione economica generale, ma anche ad un cambiamento del sistema di acquisizione dell'informazione da parte dei lettori (ruolo crescente internet e multimedia). Per quanto riguarda le abitudini di lettura dei quotidiani, l'Umbria si classifica agli ultimi posti della graduatoria nazionale tra le regioni: al 12esimo posto, con il 52,1 per cento dei lettori (tra sei e più anni) che dichiarano di leggere un quotidiano almeno una volta alla settimana; al 15esimo, con il 33,5 per cento di quelli che dichiarano di leggere il quotidiano almeno 5 volte alla settimana.

L'OCCUPAZIONE. I giornalisti in Umbria sono 1475 (professionisti, pubblicisti e praticanti); questa la situazione degli 846 iscritti all'Inpgi (ente previdenziale dei giornalisti): dipendenti 428; free lance 588; pensionati 69; disoccupati 23. Gli iscritti al sindacato (Asu-Fnsi) sono 205 nel 2011 (il 14 per cento degli iscritti all'Ordine), il 6,4 per cento in più sul 2010.

LE RISORSE DELLA RETE (INFRASTRUTTURE). La disponibilità di reti di telecomunicazione a banda larga è stata fissata dalla Regione Umbria come cardine per lo sviluppo socio-economico regionale. Questi gli interventi previsti: azioni di breve periodo finalizzate ad eliminare ogni forma di digital divide di primo livello; azioni di medio periodo finalizzate a realizzare una rete regionale in fibra ottica di nuova generazione (Next Generation Network – NGN). Le fonti finanziarie attualmente previste assommano a 37,7 milioni di euro. Per il completamento della rete di trasporto si dovranno impiegare ulteriori finanziamenti stimati per circa 8,5 milioni di euro.

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