Venerdì 4 settembre si è riunito il Coordinamento regionale FP CGIL del Comparto Igiene Ambientale alla presenza della Segretaria Generale della Categoria Vanda Scarpelli, del Segretario Generale della CGIL Umbria Vincenzo Sgalla e del Coordinatore nazionale Massimo Cenciotti.

 

L’Assemblea ha manifestato forte preoccupazione circa lo stato del sistema integrato dei rifiuti in Umbria.

 

In particolare si chiede che la politica, le Istituzioni (Regione ed Enti Locali), il mondo delle imprese, delle associazioni e le Organizzazioni Sindacali assumano con determinazione ed urgenza, secondo il rispettivo ruolo, un impegno concreto per far fronte alle ormai annose criticità che la nostra regione è chiamata ad affrontare in tema di rifiuti: chiusura del ciclo integrato, semplificazione del sistema delle imprese del settore, promozione della filiera produttiva a valle della raccolta differenziata.

 

Si ritiene ormai inderogabile un confronto tra le parti che, andando oltre le sporadiche dichiarazioni rilasciate agli organi di informazione, si interroghino seriamente e costruttivamente su come chiudere il ciclo integrato dei rifiuti evitando di regalare il beneficio della gestione degli impianti a soggetti che gestirebbero il tutto solo per fare cassa dimenticandosi delle tutele necessarie per i cittadini, per i lavoratori e per l’ambiente.

 

E’ possibile e doveroso razionalizzare le spese attraverso la semplificazione del sistema delle imprese di settore, promuovendo processi di sinergia verso l’accorpamento delle aziende con l’obiettivo di arrivare nel medio periodo ad un unico gestore regionale.

 

Riconoscendo, come in altri Paesi europei, il valore economico del rifiuto differenziato, è necessario favorire la nascita di un mercato su vasta scala del prodotto da rifiuti differenziati e la nascita di imprese di riciclaggio e quindi delle filiere produttive.

 

Il Coordinamento regionale del Comparto Igiene Ambientale ha poi sottolineato l’importanza di raggiungere nel breve periodo un accordo per il rinnovo dei Contratti nazionali di settore (scaduti ormai da un anno) perché alle lavoratrici ed ai lavoratori venga riconosciuto un giusto adeguamento salariale e venga, attraverso lo strumento del CCNL, reso più stringente un sistema di regole utili a garantire salute e sicurezza in un settore che si caratterizza sempre più come estremamente usurante e dove si riscontrano incidenti sul lavoro, anche drammatici, prima sconosciuti.

 

 

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