di Daniela Preziosi

«Nessuno ha mai proposto a Emiliano di fondare un nuovo partito comunista». Ci mancherebbe: la precisazione viene infatti dal leader di Sel e governatore della Puglia Nichi Vendola, insospettabile di tentazioni neopicciste, visto che per scrollarsi di dosso l’ultima polvere di comunismo due anni fa ha guidato la scissione da Rifondazione in un nuovo partito esente da falcemartello.
L’equivoco nasce da una battutaccia del sindaco di Bari che domenica sarà protagonista di un’assemblea di Sinistra ecologia e libertà a Roma. Insieme al sindaco di Napoli Luigi De Magistris, a Rita Borsellino, candidata alle primarie di Palermo, al sindaco di Milano Giuliano Pisapia, quello di Cagliari Massimo Zedda, al leader Fiom Maurizio Landini, a Rosanna Dettori della Funzione pubblica-Cgil e Mimmo Pantaleo della Flc-Cgil. Una nutrita kermesse della sinistra più o meno radicale radunata sotto le insegne di Sel. Il cui leader però domenica sull’Unità ha accusato Bersani di moderatismo e lo ha avvertito che, nel caso di rottura del Nuovo Ulivo, con Di Pietro è pronto a fare «un altro polo alternativo».

Di qui la puntualizzazione di Emiliano, che pure ha fortissimamente voluto Vendola alla Regione Puglia. Ma è fra i fondatori del Pd: «Non fonderò con lui un nuovo Pci», ha detto ieri alla pugliese Telenorba. Anzi, la sua idea della politica è molto diversa da quello di Vendola: «Sono un sostenitore del dialogo con le forze moderate e persino col Pdl. Dunque il progetto di Vendola è rispettabile, ma io non potrò mai far parte di una idea di un partito che guardi solo a sinistra. Non è nella mia natura, non è nel progetto politico che ho costruito a Bari e, soprattutto, credo, lo dico a Vendola con grande amicizia, non è nelle corde del popolo italiano».

Stessa precisazione, anche se di diverso segno, arriva da De Magistris. Quello di domenica a Roma, spiega «è un appuntamento interessante per costruire l’alternativa politica, sarà l’occasione per fare un intervento e ascoltare altri amici. Ma non è la nascita né di un movimento, né di un partito, né di un Quarto Polo». Il sindaco di Napoli, formalmente iscritto all’Idv, sta costruendo un suo movimento civico, con il quale parteciperà al forum dei beni comuni di Napoli (il 28 febbraio). E se non siamo al varo del Quarto Polo (quarto perché dopo il terzo, ma anche come il Quarto Stato di Pellizza da Volpedo, un classico dell’iconografia socialista), poco ci manca. E infatti De Magistris conclude: «Questi momenti di riflessione sono importanti, dobbiamo prepararci per costruire a livello nazionale, con tutti quelli che credono nel cambiamento, l’alternativa politica nel paese».

Vendola incassa anche le critiche di Bersani. Che in un’intervista a Panorama avverte gli alleati scalpitanti del Nuovo Ulivo, Sel e Idv: «La fase della ricostruzione politica prevede un passaggio di cui il Pd si è caricato generosamente. Ben vengano le critiche, ma se si grida all’inciucio o al tradimento, io non ci sto».
Il leader di Sel capisce l’antifona e dà un colpo di freno: «Il mio atteggiamento nei confronti del Pd è chiaro: alleanza, alleanza, alleanza», dice. Il problema non è – e qui prende le distanze da Di Pietro – quello «degli inciuci o del tradimento». Ma un altro: «Quando vedo il Pd che vota con i berlusconiani una mozione sulla giustizia» o «che si parla di un accordo organico con i centristi» e «di una maggioranza politica Pd, Pdl, Udc» allora «temo che nel Pd qualcuno lavori per spingere verso destra».

Niente Quarto Polo, dunque. Almeno per ora. Anche se nel gruppo dirigente di Sel cominciano a circolare richieste di un congresso straordinario. O almeno di un dibattito allargato per non rimanere «appesi alle interviste di Vendola». Sotto accusa l’adesione al referendum pro Mattarellum, le alleanze. E da ultimo l’eventuale collocazione internazionale di Sel. Che è fra i soci fondatori della Sinistra europea. Ma ha fra i propri dirigenti ambientalisti storici che nell’europarlamento fanno riferimento ai Verdi. Mentre Vendola ha un canale di interlocuzione privilegiata con i socialisti e democratici. Si è visto tre giorni fa, all’elezione di Martin Schulz a presidente dell’europarlamento. Che Vendola ha salutato con vero entusiasmo: «Una personalità carismatica, un uomo di grandi virtù e coraggio intellettuale. Un punto di riferimento delle forze progressiste in Europa».

Fonte: Il Manifesto

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